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“Prima i nostri”, il governo ticinese boccia la legge di applicazione

Il governo ticinese ha dato luce verde a dieci iniziative parlamentari e 4 mozioni messe a punto dalla commissione speciale incaricata a concretizzare l’iniziativa popolare “Prima i nostri”, approvata alle urne lo scorso 25 settembre che mira a privilegiare la manodopera residente rispetto a quella frontaliera.

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Ma nel contempo Bellinzona ha invitato il parlamento cantonale a rigettare la legge di applicazione della stessa e le modifiche alla legge tributaria poiché ritenute potenzialmente lesive del diritto superiore.

Sulla questione si esprimeranno in ogni caso le Camere a Berna, cui spetta il compito di conferire la garanzia federale alla modifica costituzionale cantonale.

In sostanza l’esecutivo ticinese concorda con il principio di accordare la precedenza, a parità di qualifiche, a candidati locali nelle procedure di assunzione di personale negli enti pubblici e nelle aziende private che operano a stretto contatto con lo Stato. In proposito il Consiglio di Stato ha anche formulato alcune sue indicazioni per rendere più efficaci queste proposta.

Mentre le prescrizioni per il rilascio e il rinnovo dei permessi per gli stranieri contenute nel progetto di legge di applicazione dell’iniziativa “Prima i nostri” a giudizio del governo cantonale risultano difficilmente compatibili con le norme federali.

Discorso analogo viene fatto per le disposizioni tributarie proposte che impongono il bonifico bancario ai fini della deducibilità delle spese per la manutenzione e la miglioria degli immobili. Secondo Bellinzona queste misure sono già applicate nella prassi e la loro formalizzazione potrebbe creare interferenze con la legislazione degli altri cantoni.   

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