Il numero di animali esotici o selvatici allevati in Svizzera è cresciuto negli ultimi 20 anni: dai 7'000 esemplari di bisonti, cervi, daini, alpaca o lama documentati all’inizio degli anni 2000, si è passati oggi a 20'000.
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Tra i motivi che hanno spinto gli allevatori a occuparsi di bestiame meno tradizionale c’è stata la volontà di contrastare il crollo del prezzo del latte, come pure i problemi legati alle malattie. Si tratta inoltre di animali più facili da accudire, permettendo così ai contadini di dedicarsi anche ad altre attività.
L’allevatore di bisonti Michel Prêtre spiega che “all’inizio non è stato semplice. Non si possono comprare bisonti come si comprano bovini; abbiamo dovuto sviluppare la nostra mandria e ora possiamo abbattere tra i 15 e i 20 animali all’anno. Abbiamo anche sviluppato una parte turistica, che è ormai il 50% del nostro lavoro”.
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Nonostante un interesse sempre maggiore per questi animali in Svizzera, gli allevamenti di questo tipo sono ancora una rarità.
Michel Darbellay, responsabile del dipartimeto produzione, mercato ed ecologia dell’Unione Svizzera dei Contadini spiega: “Si tratta di un’attività di nicchia che rappresenta solo lo 0,2% del totale degli allevamenti in Svizzera. Tuttavia, tutte le attività di diversificazione che offrono nuove prospettive sono incoraggiate, ma per quanto riguarda questi animali stiamo assistendo a una sorta di stabilizzazione”.
A sud delle Alpi, sul Monte Comino, nelle Centovalli, sono i lama che garantiscono la cura dei prati secchi: “Mucche capre e pecore e pecore non sarebbero state molto gradite, e quindi abbiamo deviato sui lama per le loro proprietà: si prestano benissimo per stare su un territorio come questo. Non rovinano terreni, sentieri e scarpate perché hanno dei piedi molto morbidi, tagliano l’erba, non la strappano, bevono pochissima acqua, non puzzano e non fanno rumore. Insomma: sono graditi un po’ da tutti” racconta Jean-Pierre Bäschlin del LamaTrekking Monte Comino.
Lama che, come suggerisce il nome della ditta di Bäschlin, vengono anche impiegati per i trekking in montagna. Si tratta di un’attività accessoria che crea indotto per la regione.
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