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Francia, aperto il cantiere della riforma del lavoro

Si apre il cantiere considerato più importante della presidenza Macron, quello della difficile riforma del Codice del lavoro. Da come sarà portato avanti e da quale tipo di reazione susciterà nei partner sociali e nell'opinione pubblica dipenderà l'andamento del governo e della presidenza.

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La riforma, tante volte fallita in Francia prima del violento impatto delle leggi sul lavoro volute da François Hollande, prevede fra l’altro una riformulazione delle materie che devono essere oggetto di accordi di settore e di intese azienda per azienda. In programma anche la modifica del regime giuridico dei licenziamenti, che saranno resi più flessibili. 

Riforma in cinque decreti

Il premier Edouard Philippe ha sintetizzato la riforma, articolata in cinque decreti, con la necessità di “modificare il diritto del lavoro rispondendo ai bisogni dei dipendenti e delle imprese: bisogno di flessibilità, di sicurezza, ma anche di semplificazione”. L’obiettivo, ha detto, è di “far scomparire la disoccupazione di massa, che resta un’eccezione francese”.
La ministra del Lavoro, Muriel Pénicaud, ha assicurato che non ci sarà un conflitto sociale poiché il governo terrà conto delle proposte dei partner sociali. 

Entrata in vigore: già per fine settembre

Le cinque ordinanze sulla riforma del Lavoro entreranno “in vigore” già da “fine settembre”: è quanto ha annunciato il premier francese, Edouard Philippe, Prima di quella data, le cinque ordinanze verranno sottoposte all’esame di “almeno cinque” organi consultivi, nelle quali sono rappresentati anche gli organismi sindacali e imprenditoriali. Ognuno di essi esprimerà il proprio parere anche se ormai eventuali modifiche al testo possono essere solo “marginali”, ha precisato il capo del governo. Prevista per il 22 settembre la presentazione in consiglio dei ministri prima della definitiva ratifica del presidente e l’entrata in vigore entro fine settembre.

Scioperi già annunciati

Per il 12 settembre, i sindacati hanno già organizzato una giornata di protesta, ma i centristi di Force Ouvrière si sono già defilati. Il timore principale è che il governo autorizzi le imprese sotto i 300 dipendenti a negoziare direttamente con i lavoratori senza passare dal delegato sindacale, come avviene oggi soltanto per le imprese con meno di 50 dipendenti.

Questa riforma del lavoro “non è all’altezza della modernizzazione delle relazioni sociali in un Paese moderno”: lo dice il leader del sindacato francese Cfdt, Laurent Berger, uscendo dall’Eliseo dopo la presentazione ai sindacati della Loi Travail del presidente Emmanuel Macron. “La Cfdt è delusa”, ha tuonato Berger, annunciando che la lotta sindacale continuerà non solo nelle piazze ma soprattutto nelle aziende. “Saremo molto vigili nei mesi a venire”, ha poi avvertito. Anche per il leader di Force Ouvrière (Fo), Jean Claude Mailly, “restano dei punti fondamentali di disaccordo”. E ancora: “Continueremo a batterci”.

Fiducia in discesa per Macron

L’indice di fiducia nel presidente francese Emmanuel Macron è crollato di 13 punti in un mese, al 41%, mentre quella del premier Edouard Philippe, ne ha persi 8, scendendo al 39%: è quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’istituto Kantar Sofres-OnePoint per Le Figaro Magazine nel giorno della presentazione a Parigi della riforma del Lavoro.
A luglio, il capo dello Stato godeva di un indice di fiducia del 54%, del 47% era invece quello del suo fedele primo ministro.

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