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Balzo del 5,8% dei frontalieri/e in Svizzera

Il mercato del lavoro elvetico continua ad essere molto gettonato.
Il mercato del lavoro elvetico continua ad essere molto gettonato. Keystone / Salvatore Di Nolfi

Evoluzione continua del numero dei e delle pendolari provenienti dai Paesi vicini sul mercato del lavoro elvetico. L’incremento negli ultimi cinque anni, nonostante pandemia e rallentamento congiunturale, è stato superiore al 16%.   

Anche nel terzo trimestre sono in salita le cifre dei frontalieri/e nella Confederazione. L’aumento registrato nel terzo trimestre dell’anno, secondo quanto ha comunicato l’Ufficio federale di statistica (UST)Collegamento esterno, è stato del 5,8% su base annua, raggiungendo il numero di 374’000 (su una popolazione attiva di 5,116 milioni) e dell’1,3% rispetto ai tre mesi precedenti. Negli ultimi cinque anni l’incremento è stato complessivamente del 16,3%, dai 322’000 del terzo trimestre 2017 ai 374’000 odierni.

In Ticino, il cantone maggiormente interessato dai pendolari provenienti dalle province settentrionali italiane, l’incremento dei titolari e delle titolari del permesso G è stato leggermente inferiore, pari al 4,2% (+1,6% rispetto al secondo trimestre): in totale lavorano ora nel cantone italofono 77’732 persone residenti nel Belpaese.

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La Francia resta il Paese dal quale proviene la quota maggiore di frontalieri e frontaliere (55,7%), seguita dall’Italia (24,0%) e dalla Germania (17,1%). In proposito va però sottolineato che il flusso dei e delle pendolari dalla Penisola si concentra in stragrande maggioranza in un unico cantone, peraltro non particolarmente popoloso (Ticino): in numeri 77’732 su un totale di 89’742 frontalieri/e italiani/e.

Il terziario continua ad essere il settore privilegiato anche di questo segmento di mercato del lavoro dove i detentori e detentrici del permesso G sono 255’214 (+6,7% in un anno e +1,6% in un trimestre). L’industria e l’edilizia occupano invece 116’317 frontalieri/e (rispettivamente +3,6% e +0,7%).

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