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Libero scambio con la Cina, un decollo difficile?

Entrato in vigore a metà 2014, l'accordo di libero scambio fra Svizzera e Cina non sembra dare i risultati sperati. Secondo la Segreteria di Stato per l’economia SECO, si tratta però solo di difficoltà iniziali. 

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Dall’accordo di libero scambio con la Cina, la Svizzera si aspettava una forte accelerazione delle esportazioni, ma gli obiettivi non sembrano essere stati raggiunti. Per Christian Etter, negoziatore della Segreteria di stato per l’economia, si tratta però di difficoltà iniziali, non strutturali: “In una prima fase,  le autorità cinesi hanno richiesto ulteriori garanzie e controlli per tutte quelle merci che raggiungono la Cina via mare da un porto europeo. Volevano essere sicuri che nei container ci fossero solo prodotti svizzeri e non di altra provenienza, e dunque non contemplate dall’accordo. Ma nel frattempo anche queste procedure sono state semplificate”.

Le statistiche della confederazione evidenziano comunque che un’aumento c’è stato, e ben superiore alla media della crescita internazionale: superando i 9 miliardi di franchi nel 2016.

Secondo la camera di commercio Svizzera-Cina a Shanghai, l’accordo ha soprattutto migliorato la situazione legale, dunque la sicurezza per le imprese.

Rimangono quindi degli scogli da superare per accedere al mercato cinese, ma con l’abbattimento progressivo dei dazi, gli scambi dovrebbero continuare a crescere.


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