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L’Unione europea si sente ricattata dagli Stati Uniti

Quasi un ricatto. E per di più con la "pistola puntata alla tempia", come ha sintetizzato il premier belga Charles Michel dando voce ai pensieri di molti a Bruxelles. L'esenzione solo temporanea dai dazi concessa dagli Usa all'Ue per appena poco più di cinque settimane ha fatto infuriare i 28, da una parte obbligati a far buon viso a cattivo gioco e dall'altra increduli per il trattamento ricevuto dal presidente statunitense Donald Trump.

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La spada di Damocle del primo maggio suona infatti più come una minaccia che una promessa di chiarimenti tra Washington e Bruxelles. Una “scadenza artificiale”, nelle parole della commissaria europea al commercio Cecilia Malmstroem, subito respinta anche dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker: “impossibile” da rispettare.

Il livello di comunicazione tra le due sponde dell’Atlantico pare non essere mai stato così basso: nemmeno la cortesia di informare sullo slittamento dei tempi decisionali. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha dovuto rinviare per ben due volte la discussione al vertice dell’Ue sui dazi sino a stamattina, costringendo tra l’altro la premier britannica Theresa May a prolungare di un giorno la sua permanenza a Bruxelles. 

La lunga attesa notturna si è poi conclusa con un risultato tutt’altro che soddisfacente e che ha messo l’Europa sullo stesso piano di partenariato con gli Usa della Corea del Sud: “una buona e una cattiva notizia insieme”, ha riassunto il presidente della Commissione. Se da un lato Trump ha rinunciato – almeno per ora – a dividere i 28, dall’altro è “altamente impossibile coprire tutte le questioni Ue-Usa da qui al primo maggio”, ha avvertito Juncker. 

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E questo, poi, per negoziare un’esenzione permanente a misure “contro le regole internazionali” dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e che costituiscono “un’azione unilaterale altamente infelice”, ha attaccato Malmstroem, che ha passato gli ultimi giorni a fare un pressing intensivo sugli omologhi degli Usa Wilbur Ross e Robert Lighthizer.

Bruxelles, pur ribadendo la sua volontà di dialogo, non abbasserà la guardia: “L’Ue manterrà anche le sue opzione aperte” in risposta ai dazi, ha avvertito la commissaria. La risposta di Trump alla sovraccapacità produttiva, soprattutto originata dalla Cina, “è una cattiva strategia”, ha sottolineato il presidente francese Emmanuel Macron, che si è speso personalmente negli scorsi giorni per evitare i dazi all’Ue. Un punto chiave, questo, sottolineato anche dal presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani: “Noi non abbiamo un problema fra Usa e Ue. Il problema è tra Usa, Ue e soprattutto Cina per quanto riguarda l’acciaio e l’alluminio”.

Il conto alla rovescia per convincere anche Trump e disinnescare una guerra commerciale è già cominciato.

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