La televisione svizzera per l’Italia

Compie 50 anni la tv a colori in Europa

Cinquant’anni fa, la televisione trasmise per la prima volta a colori anche in Europa. La nuova tecnologia fu lanciata dalla Germania e la Svizzera fu tra le prime a dotarsene, consentendo anche ai telespettatori del nord Italia di andare oltre il bianco e nero.

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Era il 25 agosto del 1967. L’allora ministro degli esteri tedesco Willy Brandt premette un simbolico pulsante: la tv della Germania ovest lanciava un’importante innovazione.

Due anni prima, a Vienna, una conferenza internazionaleCollegamento esterno aveva cercato invano una tecnologia comune da adottare. Gli americani trasmettevano a colori da più di dieci anni con il sistema NTSC, ma francesi e tedeschi non vollero rinunciare ai rispettivi -e più avanzati- standard SECAM e PAL.

La Svizzera si allineò al modello tedesco e le allora PTTCollegamento esterno iniziarono con la conversione dei ripetitori. Così, nell’ottobre del 1968, anche la nostra televisione passò al colore.

TSI, una “terza rete” per il pubblico italiano

A differenza delle consorelle svizzero-tedesca e francese, che inaugurarono la nuova era con dei documentari, la Televisione della Svizzera italiana (TSI) puntò al glamour: la prima produzione a colori fu un varietà musicale con ospiti Caterina Caselli, Dionne Warwick, Françoise Hardy e una giovanissima Cher.

I nuovi mezzi tecnici e le nuove trasmissioni portarono alla TSI ancor più pubblico d’oltrefrontiera: le reti RAI adotteranno definitivamente il colore solo nel 1977.

In bianco e nero o a colori che fosse, la tv resterà a lungo un lusso. Negli anni Sessanta, un apparecchio costava circa 3’000 franchi, l’equivalente di tre stipendi.

  

 

 

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