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Fare la spesa all’estero per gli svizzeri potrebbe essere più caro

entrata di un sumpermercato
Secondo il calcolo del Credit Suisse, nel 2019 gli svizzeri hanno speso otto miliardi di franchi oltreconfine. © Keystone / Ti-press / Pablo Gianinazzi

In futuro il limite di franchigia sull'Iva per acquisti all'estero dovrebbe essere abbassato. Lo ha deciso martedì il Parlamento svizzero.

Dopo la Camera bassa, anche il Consiglio degli Stati ha approvato una mozione e due iniziative cantonali in tal senso.

Attualmente chi fa acquisti oltre frontiera è esonerato dal pagamento dell’IVA se le spesa non supera i 300 franchi per persona e al giorno. In futuro questo limite dovrebbe essere abbassato e l’obbligo potrebbe scattare a partire da 50 franchi.

L’obiettivo della mozione è migliorare l’equità fiscale per quel che concerne lo shopping transfrontaliero.

“È un fatto, il turismo degli acquisti provoca danni notevoli al commercio vicino alla frontiera. Il fisco perde fino a 600 milioni di franchi di IVA, vengono persi numerosi posti di lavoro, e i negozianti svizzeri devono fare i conti con una riduzione dei ricavi”, dichiara la consigliera agli Stati dell’Alleanza del Centro Brigitte Häberli-Koller.

Le possibilità tecniche attuali, come l’applicazione per smartphone QuickZoll (che implica l’utilizzo di dati in roaming ndr.), facilitano il pagamento dell’Imposta sul valore aggiunto. È quindi immaginabile rivedere la prassi e abbassare il valore della franchigia, spiega Brigitte Haeberli-Koller.

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Il problema è il livello dei prezzi in Svizzera

Il suo collega di partito Pirmin Bischof, contrario alla proposta, ha invece sottolineato come il problema del turismo degli acquisti non trovi origine nel limite di franchigia, quanto invece nel livello dei prezzi molto più elevato in Svizzera. L’abbassamento della franchigia comporterà inoltre un notevole onere amministrativo per il personale doganale per importi spesso molto modesti, anche con QuickZoll.

Il turismo dello shopping pone grossi problemi ai cantoni di confine e alle loro economie, ha ammesso il ministro delle finanze Ueli Maurer. Ma questa mozione non avrà l’effetto desiderato e il rapporto costi-benefici non è garantito, ha sostenuto invano il consigliere federale.

La mozione era già stata accolta dall’altro ramo del Parlamento nell’ottobre 2020.

Il Consiglio federale è così incaricato di elaborare un progetto di legge che migliori l’equità fiscale nel flusso di merci del piccolo traffico di confine.


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