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In mostra cinquant’anni di calcio femminile

Cinquant'anni fa prendeva il via il primo campionato nazionale di calcio femminile in Svizzera. Per la ricorrenza, lo FCZ Museum (museo del FC Zurigo) rende omaggio alle calciatrici che oggi, come mezzo secolo fa, per praticare il loro sport compiono grossi sacrifici: anche nella massima lega, sono ancora costrette a mantenersi con un secondo lavoro.

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La Women’s Super League può contare oggi su sponsor e una discreta copertura mediatica. Ma quel campionato del 1970 non ebbe grande eco -cronisti e funzionari erano solo uomini- sebbene fossero passati trent’anni dalle prime partite in gonnella (letteralmente, come si può vedere dalle immagini in mostra).

La prima vera squadra, a Zurigo, risale all’anno della contestazione, 1968. È un caso. “Noi volevamo giocare a calcio, non ci rendevamo nemmeno conto di essere pioniere dello sport femminile”, rievoca Trudy Streit-Moser, che ne faceva parte. Non solo. La maggior parte delle squadre femminili, spiega il co-curatore del museo Michael Juncker, “sono nate in regioni periferiche e conservatrici”.

Da allora sono cambiate tante cose. “Una cosa che è cambiata in meglio sono i commenti poco corretti degli uomini”, osserva l’ex responsabile della redazione sportiva della Radio svizzero-tedesca SRF Susy Schär. Tuttavia, oggi come allora, non ci sono professioniste che possano vivere della loro passione.


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