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Giuseppe Conte davanti alla magistratura

Giuseppe Conte con la mascherina nella sala stampa di Palazzo Chigi.
L'intera questione è sapere chi, tra il governo centrale e la Lombardia, avrebbe dovuto prendere la decisione di istituire una zona rossa tra il 3 e il 9 marzo. Keystone / Filippo Attili / Chigi Palace Pr

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato ascoltato venerdì per quasi tre ore da un magistrato sulla gestione della crisi del coronavirus da parte del governo e in particolare sui ritardi nella creazione di "zone rosse" in due comuni della provincia di Bergamo a seguito dell'esplosione dell'epidemia.

Tre ore. Tanto è durato l’interrogatorio del premier italiano Giuseppe Conte che, a Palazzo Chigi, è stato sentito dal pubblico ministero di Bergamo Maria Cristina Rota in trasferta a Roma, con alcuni colleghi, nell’ambito dell’inchiesta sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, in Val Seriana, nel Bergamasco.

Il presidente del Consiglio è stato chiamato a deporre, come persona informata sui fatti, alle domande degli inquirenti che sentiranno anche i ministri della salute Roberto Speranza e dell’interno Luciana Lamorgese. Il procedimento per il momento non ha ancora indagati né ipotesi di reato.

Contagi in Italia

Il numero dei casi totali è arrivato a 236’305. Il numero totale delle vittime in Italia è di 34’223. In tutta la Penisola i malati di coronavirus sono 28’997. Sono saliti a 173.085 i guariti e i dimessi. 

Il capo del governo è stato ascoltato dopo i vertici della regione e il comitato tecnico scientifico per capire se la mancata chiusura abbia davvero aumentato i contagi e per accertare lo svolgimento dei fatti tra il 3 (quando i dati epidemiologici indicavano la presenza di focolai nei due comuni) e il 8 marzo (quando si decise di chiudere l’intera Lombardia).

La data determinante per l’accertamento di eventuali responsabilità nel drammatico sviluppo della situazione (a Nembro, 11’000 abitanti, in pochi giorni ci furono 121 morti e ad Alzano 83) è quella del 5 marzo. È il giorno in cui a Palazzo Chigi arriva una nota nella quale il presidente del comitato tecnico scientifico Silvio Brusaferro afferma che “pur riscontrandosi un andamento della curva epidemiologica simile ad altri Comuni della Regione Lombardia, i dati in possesso rendono opportuna l’adozione di un provvedimento per inserire Alzano Lombardo e Nembro nella zona rossa”.

Nelle scorse settimane Giuseppe Conte ha sempre sostenuto che la regione avrebbe potuto creare la zona rossa in piena autonomia se avesse ritenuto giusto non aspettare il provvedimento di Roma. 

Sentiamo le considerazioni del nostro corrispondente da Roma:

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