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Gli oppositori alle misure Covid tentano di entrare nelle stanze dei bottoni

manifestanti contro misure anti covid
Il movimento Aufrecht Schweiz è nato sull'onda delle proteste contro le misure sanitarie per contenere la pandemia. Keystone / Michael Buholzer

In alcuni Cantoni della Svizzera tedesca, il movimento Alzati Svizzera si presenta per le elezioni cantonali previste in marzo.

Tra i candidati e le candidate per un posto nei Legislativi ed Esecutivi dei Cantoni di Berna e Nidvaldo, vi saranno anche esponenti di Aufrecht Schweiz (traducibile con Alzati Svizzera o In piedi Svizzera).

Lunedì, il movimento politico coronascettico ha infatti presentato le sue liste per queste elezioni previste in marzo. I candidati sono una settantina ed hanno profili e percorsi personali e professionali molto diversi.

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Aufrecht Schweiz è nato nel novembre scorso, sulla spinta delle manifestazioni contro le misure sanitarie prese dalle autorità federali. All’origine del movimento vi sono diversi gruppi, tra cui quello degli Amici della Costituzione, che aveva lanciato i referendum contro la legge Covid, entrambi però falliti in votazione popolare.

Presentando la nuova formazione politica, Werner Boxler – allora co-presidente degli Amici della Costituzione – aveva dichiarato che il movimento intende portare avanti un cambiamento radicale rispetto a quanto fatto dal Governo e dal Parlamento negli ultimi due anni, dall’inizio della crisi pandemica.

L’obiettivo è per ora di presentarsi al più gran numero di elezioni cantonali e comunali, preparandosi così per le elezioni federali dell’ottobre 2023.

Il movimento si definisce né di destra né di sinistra. “Abbiamo candidati di tutto lo spettro politico – si legge sul suo sito. L’orientamento politico non è decisivo. Tuttavia, prendiamo chiaramente le distanze dall’estremismo”.

Il programma di quello che non vuole essere chiamato un partito è centrato sul “ripristino dei diritti costituzionali fondamentali”: “Vogliamo ancorare di nuovo questo ideale nella politica come immagine del futuro, perché la libertà non è un privilegio ma un diritto fondamentale. Siamo per la libertà, l’autodeterminazione ma anche per la responsabilità personale. Il potere dovrebbe tornare al popolo, e le decisioni dovrebbero essere prese in modo più decentralizzato, ai livelli più bassi possibili e non essere prerogativa dei vertici”.

Nel corso della storia politica svizzera vi sono stati diversi movimenti di cittadini che hanno registrato un discreto successo, riuscendo a fare eleggere alcuni loro rappresentanti nel Parlamento federale. Spesso, però, questo successo è stato effimero.

Alla fine degli anni 1930, il fondatore della catena di supermercati Migros Gottlieb Duttweiler ha dato vita all’Anello degli indipendenti, una formazione che voleva tutelare gli interessi dei lavoratori indipendenti, degli impiegati e dei consumatori. Il partito è durato piuttosto a lungo e nel 1967 è riuscito a fare eleggere ben 16 consiglieri nazionali e un consigliere agli Stati. Poi il lento declino fino allo scioglimento nel 1999.

Negli anni ’60, le idee di estrema destra si sono incarnate soprattutto nell’Azione nazionale, partito xenofobo che ha fatto parlare di sé soprattutto per le iniziative popolari contro l’immigrazione (iniziative Schwarzenbach). La formazione (che nel 1990 è stata ribattezzata Democratici Svizzeri) ha contato fino a cinque parlamentari federali nella legislatura 1991-1995. Poi è progressivamente scomparsa. Oggi esiste ancora ma non ha più nessun rappresentante eletto neppure nei Legislativi cantonali.

Un altro partito che ha fatto discutere di sé per alcuni anni è stato il Partito degli automobilisti, fondato nel 1985. Nel 1991 è riuscito ad ottenere ben otto seggi in Consiglio nazionale. Il suo cavallo di battaglia è stata la lotta alle regolamentazioni statali in ambito economico e della protezione dell’ambiente. Nel 1994 ha cambiato nome, diventando il Partito svizzero della libertà. Anche questa formazione è però progressivamente scomparsa ed oggi è praticamente ridotta al lumicino.

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