I giovani appartenenti alla comunità LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) hanno maggiori probabilità di essere vittime di violenze e molestie sessuali rispetto ai loro coetanei eterosessuali. Consumano inoltre più sostanze psicoattive e si considerano, in generale, meno sani. Lo rivela uno studio pubblicato oggi in occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
Uno studio svolto da UnisantéCollegamento esterno, il centro universitario di medicina generale e salute pubblica dell’Università di Losanna, presentato martedì, rivela che il 16,5% delle e dei giovani indica di avere un orientamento sessuale non esclusivamente eterosessuale. Di questi, il 15% ha rivelato di aver subito aggressioni sessuali nel corso della propria vita (una percentuale che scende al 3% tra i giovani eterosessuali). Il 16% dice di essere stato vittima di molestie (anche online) almeno una volta alla settimana negli ultimi 12 mesi (8% per gli etero).
Una persona su due (49%) nella comunità LGBT si dice inoltre maggiormente propensa al consumo di alcool (contro i 43% degli eterosessuali). Anche il tabagismo è più diffuso (42% contro 27%), come pure la cannabis (15% contro 11%) e altri stupefacenti (10% contro 5%).
Anche per quanto riguarda i problemi di salute, questa fascia della popolazione è più toccata: il 20% si considera non in buona salute (contro l’11% degli eterosessuali). Il 79% dice di avere disturbi somatici e psicoaffettivi ricorrenti (contro il 56%) e il 58% ha una depressione (contro il 36%).
“Una buona parte dei problemi di salute e di abuso di sostanze può essere spiegata dal maggiore stress che le persone LGBT subiscono”, ha dichiarato Raphaël Bize, medico di Unisanté e coautore dello studio, definito “innovativo”. “Questo stress è legato alla stigmatizzazione, al rifiuto e all’anticipazione di situazioni problematiche, sia in ambito familiare che professionale o formativo”.
Violenze in crescita durante la campagna per il “matrimonio per tutti”
La federazione svizzera di omo- e bisessuali Pink CrossCollegamento esterno scrive sul suo sito che nel 2021 è stato osservato un incremento del 50% dei crimini d’odio contro le persone LGBTQ. Sui 92 casi registrati dal servizio di aiuto e sostegno LGBT+ Helpline, quasi la metà si sono verificati durante i quattro mesi della campagna elettorale per il “matrimonio per tutti” (modifica legislativa che, ricordiamo, è stata accolta dalla popolazione elvetica). Gli episodi segnalati sono soprattutto insulti o bandiere arcobaleno distrutte. Un terzo è però legato a vere e proprie aggressioni fisiche. Secondo quanto si legge nella nota, oltre la metà dei segnalatori ha ammesso di aver subito conseguenze psicologiche a causa dell’evento traumatico.
Questi dati, però, hanno spiegato Pink Cross, l’Organizzazione lesbiche Svizzera e Transgender Network Switzerland, sono solamente la punta dell’iceberg. Le cifre nascoste sono molto più grandi e servono statistiche nazionali specifiche, spiegano le associazioni di categoria, che hanno chiesto, in occasione della giornata odierna, un registro nazionale dei reati contro le persone la cui sessualità non corrisponde a quella che è considerata come la norma sociale. Attualmente gli unici che registrano questo tipo di informazioni sono la Città di Zurigo e il canton Friburgo.
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