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Il Caravaggio sotto il ponte di Varese fa il giro del mondo

Il writer italo-svizzero Andrea Ravo Mattoni ha omaggiato con bombolette spray un capolavoro ritrovato

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Del “ritrovamento” del Caravaggio sotto al ponte che da Varese conduce alle direttrici stradali comasche, ne stanno parlando in molti. Giornali, TV, il Web, istituzioni museali e galleresti hanno fatto a gara per proporre e commentare “La cattura di Cristo”, eseguito a bomboletta sopra il cemento da un artista italo-svizzero, Andrea Ravo Mattoni. Un passato da writers che non rinnega fino all’adesione al progetto “Urban Canvas”, dalle bombolette per siglare muri e forse vagoni ferroviari fino all’idea di partecipare ad un collettivo di creativi in grado di portare opere straordinarie in strada. Andrea Ravo Mattoni nasce a Varese nel 1981 in una famiglia di artisti: il padre Carlo era un artista di arte concettuale e comportamentale, illustratore e grafico mentre lo zio Alberto – noto come Matal- è stato illustratore e creatore del personaggio Lillibeth. Anche il nonno Giovanni Italo era un pittore ed illustratore delle note figurine Liebig e Lavazza. Insomma, anche la genetica ha il suo perché come è vero che il giovane originario di Bedretto si sta guadagnando un posto di rilievo nel panorama internazionale dei “graffitari” per la sua originalità ma anche per la tecnica con la quale maneggia bombolette spray, “trattandole” quasi come un pennello.

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Il progetto Urban Canvas

“La difficolta maggiore nell’utilizzo della bomboletta spray”, ha riferito il writers, “è la stesura del colore, che avviene tramite la pressione esercitata dal dito, solitamente l’indice, sul tappino. A seconda di quanta pressione si crea, il getto varia. Meno pressione ci sarà più il tratto sara fine ma meno controllabile ed una delle cose piu difficili da realizzare per questo Caravaggio sono stati i particolari delle espressioni dei volti perché basta una pressione sbagliata del dito per dover ricominciare una parte di lavoro realizzato in diverse ore. Ciò avviene perché il pigmento della bomboletta non è mai trasparente, ma pieno, quando viene erogato e l’unico segreto per poter creare un effetto di sfumatura è allontanare leggermente la bomboletta o metterla di traverso. Altro espediente per poter controllare meglio l’erogazione, ha proseguito svelando alcuni trucchi, è l’utilizzo di tappini specifici che si distinguono in soft (tratto medio), skynny (tratto fine), fat (tratto ampio): queste tre tipologie di tappini hanno molteplici varianti che possono essere tratto netto o tratto sporco, bassa o alta pressione e con l’utilizzo corretto di questi ultimi si puo agevolare notevolmente il lavoro”.

Basta la passione per Segantini e Caravaggio ad identificare questo professionista come svizzero e lombardo, avendo come “patria” il mondo intero. Proprio sull’opera di Michelangelo Morisi si è scritto molto, è un quadro mistico che fu ritrovato solo nel 1990 e che si porta dietro un alone di mistero. Lo stesso che in qualche maniera ha attraversato anche il lavoro di Andrea, fino a rappresentare la cattura nell’orto con un particolare “misterioso”, una scritta con un preciso significato. Il writers di cui si sta occupando la stampa internazionale, infine, mantiene i piedi per terra anche dopo tanto clamore e si lascia scappare un solo unico grande desiderio: poter aprire collaborazioni in simili progetti nella terra dei suoi avi, nella Svizzera del “suo” Segantini.

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L’intervista al writer Andrea Ravo Mattoni

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