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Il franco svizzero è sempre più forte, ma fino a che punto arriverà?

Pila di monere da un euro e pila di monete da un franco.
In questo mese di settembre, il cambio con l'euro ha raggiunto un nuovo minimo storico di 0,9409 EUR/CHF. Martin Ruetschi

La Banca nazionale svizzera ha cambiato tattica e il cambio euro/franco è arrivato a 0,94 ma gli analisti si chiedono fino a che punto arriverà la valuta elvetica seguendo questa tendenza.

Cambio di paradigma per la Banca nazionale svizzera (BNS). Dopo anni di tentativi per indebolire il franco, la BNS ha compiuto una svolta di 180 gradi e, di fronte all’impennata dell’inflazione globale, sta ora permettendo alla moneta nazionale di apprezzarsi. Gli analisti si chiedono fino a che punto arriverà la valuta elvetica seguendo questa tendenza.

Ancora scambiata a 1,03 franchi per euro all’inizio dell’anno, la moneta svizzera ha guadagnato slancio il 16 giugno dopo che la banca centrale elvetica ha aumentato il tasso di interesse di riferimento per la prima volta da anni. Alla fine di giugno, il cambio con l’euro è sceso sotto la parità e lunedì mattina 26 settembre ha raggiunto un nuovo minimo storico di 0,9409 EUR/CHF.

Il presidente della direzione della BNS, Thomas Jordan, aveva dato fuoco alle polveri a metà giugno dichiarando: “Nel caso in cui il franco si indebolisse, potremmo prendere in considerazione la possibilità di vendere valute” per mantenere il franco forte. Questo messaggio è stato ribadito giovedì scorso, con l’abbandono dei tassi di riferimento negativi che sono stati aumentati di 0,75 punti percentuali a +0,50%.

“Prima la BNS interveniva per ridurre le pressioni al rialzo sul franco, ma ora può intervenire per rafforzare il franco e ridurre le pressioni inflazionistiche”, riassume Nikolay Markov. Per l’economista senior di Pictet Asset Management, “non c’è più il timore che il franco si apprezzi. Al contrario, l’apprezzamento del franco è benvenuto in quanto limita i rialzi dei tassi necessari per raggiungere la stabilità dei prezzi”.

Ruolo di ammortizzatore

La Svizzera ha registrato un tasso d’inflazione record del 3,5% in agosto, ben al di sopra dell’obiettivo di stabilità dei prezzi della BNS, che si colloca tra lo 0% e il 2%. “Se togliamo i prezzi regolamentati, l’inflazione ammonta al 4,1%, ossia un tasso doppio rispetto all’obiettivo di stabilità della BNS”, calcola Alix Bhend-Lambin, stratega finanziario della Banca cantonale vodese (BCV).

Il dato è notevolmente inferiore al 9,1% registrato ad agosto nella zona euro e all’8,3% negli Stati Uniti. La forza del franco svizzero fornisce una parziale protezione contro un’eccessiva accelerazione dei prezzi grazie al potere d’acquisto della valuta svizzera per gli acquisti all’estero, in particolare per i prodotti energetici. Secondo le stime del Credit Suisse, un calo del 10% del tasso di cambio euro-franco ridurrà l’inflazione in Svizzera di mezzo punto percentuale.

“Il franco sta svolgendo (…) il suo ruolo di ammortizzatore per i prezzi delle importazioni, ma non ha impedito l’aumento dei prezzi delle esportazioni (+1,3%). La valuta svizzera contribuisce a ridurre i costi per le aziende”, afferma Bhend-Lambin. A suo avviso “il franco non è così sopravvalutato: il valore equo rispetto all’euro è 1,08 EUR/CHF”.

Alla luce di questo sviluppo, quanto potrebbe scendere il cambio? “In termini assoluti, non c’è limite all’apprezzamento del franco. Ma c’è un limite alla velocità di questa tendenza”, avverte Markov. Se l’apprezzamento del franco è troppo rapido, la BNS potrebbe intervenire per ridurre il tasso di apprezzamento della valuta svizzera.

Molte incertezze

“Un apprezzamento troppo rapido penalizzerebbe la competitività-prezzo delle esportazioni, nonostante il posizionamento di fascia alta della nostra industria”, sostiene Arthur Jurus, senior strategist di Oddo-BHF Svizzera. Secondo Jurus, il franco si sta strutturalmente apprezzando rispetto all’euro a causa dei differenziali di prezzo.

Alla luce di questa situazione, la specialista della Banca cantonale vodese prevede che tra sei mesi il cambio euro-franco si attesterà a 0,98, “in ogni caso sotto la parità”. “Il resto dipenderà molto dal contesto, poiché ci sono molte incertezze”, avverte.

Nikolay Markov prevede che il prossimo anno il franco si deprezzerà rispetto all’euro, “poiché il contesto di mercato dovrebbe attenuarsi”. Entro dicembre 2023, si aspetta un livello di 1,05 franchi per l’euro, prima che il franco si rafforzi nuovamente nel 2024.

Per Arthur Jurus, l’apprezzamento a medio termine dovrebbe continuare e portare la coppia di valute a 0,85 EUR/CHF entro cinque anni, riflettendo “i fondamentali macrofinanziari attualmente osservati”.


 

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