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È crisi diplomatica nella Penisola araba

L’Arabia Saudita e altri cinque governi della regione hanno rotto lunedì le loro relazioni diplomatiche con il Qatar, accusato di sostenere gruppi terroristici legati all’Iran.

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La mossa avviene 15 giorni dopo la visita a Riad di Donald Trump, durante la quale l’inquilino della Casa Bianca aveva lanciato un appello ai paesi musulmani a mobilitarsi contro l’estremismo. Trump aveva in particolare puntato il dito contro l’Iran, accusandolo di essere “il responsabile del terrorismo nel mondo”.

A seguire l’Arabia Saudita sono stati il Bahrein, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto, lo Yemen e la Libia. 

Secondo Riad, Doha appoggia inoltre “le attività di gruppi terroristi sostenuti dall’Iran nella provincia di Qatif”, nell’est del paese, dove si concentra la minoranza sciita che vive nel regno saudita.

Secondo Erich Gisling, esperto di Medio Oriente, la rottura diplomatica fra Arabia saudita e Qatar non è limitata a differenze sulla lotta al fondamentalismo religioso. È un segreto di pulcinella, infatti, che anche Riad finanzia gruppi radicali. Il braccio di ferro avrebbe altre ragioni: l’ambizione di egemonia politica nella regione e gli interessi economici dell’’Arabia Saudita sarebbero il movente delle misure di ritorsione.

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Oltre a rompere le relazioni e a richiamare il personale diplomatico, i quattro paesi del Golfo hanno preso delle misure di ritorsione senza precedenti: chiusura dello spazio aereo, degli accessi terrestri e marittimi, divieto di viaggiare in Qatar e di entrata per i cittadini qatarioti.

Il Qatar ha reagito con collera, sottolineando di lottare contro il terrorismo e l’estremismo e accusando i suoi vicini di volerlo mettere sotto tutela e di cercare di soffocarlo economicamente. Non è ancora chiaro quale impatto avranno queste decisioni sull’operatività della Qatar Airways, una delle principali compagnie aeree della regione, che fino ad oggi ha utilizzato regolarmente lo spazio aereo saudita.

Questa crisi diplomatica è probabilmente la più grave della creazione nel 1981 del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG), che raggruppa Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar.

Tra Iran e Arabia Saudita, le relazioni diplomatiche sono rotte dal gennaio 2016. Il ‘casus belli’ era stata l’esecuzione del religioso sciita Nimr Baqr al Nimr, condannato a morte dalle autorità saudite, a cui aveva fatto seguito un attacco contro l’ambasciata di Riad a Teheran.

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