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Il prossimo presidente svizzero non esclude l’obbligo del vaccino

Ignazio Cassis.
Il consigliere federale ticines ha anche ricordato che il governo soppesa accuratamente i pro e i contro di ogni misura pensata per arginare il Covid-19. Keystone / Anthony Anex

"La democrazia diretta è una cosa meravigliosa, ma non è il mezzo più adeguato per gestire una pandemia", ha detto Ignazio Cassis che assumerà la guida del Consiglio federale a inizio 2022. Tuttavia, il ticinese non ritiene l'obbligo sia attualmente necessario.

Il consigliere federale Ignazio Cassis, che assumerà la presidenza della Confederazione nel 2022, non esclude una vaccinazione obbligatoria contro il coronavirus in Svizzera. Attualmente però, secondo il ticinese tale misura non è giustificabile.

I vaccini sono fra gli strumenti più efficaci della storia della medicina, evidenzia Cassis in un’intervista concessa alle edizioni odierne dei giornali del gruppo CH-Media. “In questo modo abbiamo sconfitto malattie come il vaiolo e la poliomielite”.

“Pregiudizio alla libertà individuale”

Ora come ora comunque, rendere il vaccino obbligatorio non sarebbe proporzionato, aggiunge l’ex medico cantonale. Inoltre, si tratterebbe di un serio pregiudizio alla libertà individuale. “Ma se il numero di decessi dovesse aumentare improvvisamente”, prosegue il ministro degli esteri, “come ultima spiaggia bisognerebbe prendere in considerazione” questo provvedimento.

“Le vaccinazioni andrebbero velocizzate”

Cassis ammette poi che il processo di somministrazione della dose di richiamo andrebbe velocizzato. “La democrazia diretta è una cosa meravigliosa, ma non è il mezzo più adeguato per gestire una pandemia”, ha detto.

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Il ticinese ha anche ricordato che il governo soppesa accuratamente i pro e i contro di ogni misura pensata per arginare il Covid-19. Non vengono esaminate solo le questioni mediche, bensì pure quelle sociali, fa notare.

Tornando sui vaccini, Cassis afferma che, grazie al suo passato di medico cantonale, ha imparato a dare prova di pazienza nei confronti delle persone scettiche riguardo alla puntura. Tuttavia, i non vaccinati rappresentano al momento oltre il 70% dei pazienti colpiti dalla malattia, rimarca il consigliere federale.

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