Il binarismo dei sessi resta un modello ben radicato nella società elvetica, secondo quanto afferma il governo federale.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
In Svizzera non è consentito di omettere il sesso o di scegliere un’opzione diversa dai due generi “tradizionali” nell’iscrizione di un figlio o di una figlia nel registro di stato civile.
Lo ha chiarito il Consiglio federale, nel rapporto che ha adottato mercoledì, secondo cui “attualmentenon sussistono le premesse sociali” per introdurre un terzo sesso o per rinunciare del tutto all’iscrizione del sesso nei documenti amministrativi. In sintesi Berna ritiene che una modifica su questo punto richiederebbe tutta una serie di adeguamenti negli ordinamenti cantonali e federale.
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In primo luogo andrebbe modificata la Costituzione federale, in particolare riguardo all’obbligo di prestare il servizio militare (o quello sostitutivo) che, come spiega il Consiglio federale, non prevede una normativa per persone il cui sesso non è iscritto nel registro dello stato civile o che sono iscritte in una categoria diversa da “maschile” o “femminile”.
Nel rapporto, redatto in adempimento di due postulati, il Consiglio federale illustra anche numerose altre conseguenze dell’introduzione di un terzo sesso o della rinuncia all’iscrizione del sesso.
Oltre ad aggiornare numerosi registri, osserva una notaCollegamento esterno della Confederazione, occorrerebbe rielaborare i rilevamenti statistici in funzione di un nuovo modello dei sessi. Modello che a parere dell’esecutivo non è stato ancora sufficientemente discusso nella società.
Opinione condivisa peraltro dalla Commissione nazionale d’etica per la medicina umana (CNE) in un rapporto del 2020 in cui osserva che, pur essendo la regolamentazione e la prassi attuali insoddisfacenti, per rinunciare al binarismo dei sessi andrebbero dapprima create le corrispondenti condizioni sociali.
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