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I soldi siano battuti solo dalla Banca Nazionale

Il parlamento elvetico invita a rigettare l'iniziativa popolare che vuole impedire alle banche di stampare, in maniera virtuale, denaro dal nulla. Secondo i fautori del testo il denaro appartiene ai cittadini e non agli istituti di credito e per questa ragione deve essere solo la Banca nazionale svizzera a crearlo. 

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Per il parlamento però non bisogna approvare l’iniziativa popolare “Per soldi a prova di crisi: emissione di moneta riservata alla Banca nazionale!” perché non risolve i problemi e potrebbe essere addirittura dannosa. Lo scopo dell’iniziativa è quello di impedire alle banche di stampare, in maniera virtuale, denaro dal nulla.

È questo il suggerimento dato ai cittadini – con 165 voti contro 10 e 17 astenuti – dal Consiglio nazionale. Respinto anche il controprogetto. L’oggetto è pronto per le votazioni finali.

Da dove arriva l’iniziativa

Il ragionamento parte in particolare dal fatto che fra il 2003 e il 2012 c’erano mediamente 340 miliardi di franchi di massa monetaria e solamente il 10% era denaro emesso dalla BNS. Tutto il resto era moneta “virtuale” creato da istituti privati.

La maggioranza dei consiglieri nazionali ha fondamentalmente seguito i concetti già espressi dalla commissione preparatoria, secondo la quale il fatto di riservare alla sola BNS il diritto di emettere moneta non permetterebbe di raggiungere gli obiettivi sperati dai fautori dell’iniziativa. Anzi, il rischio è quello di indebolire la stabilità del mercato finanziario elvetico.

“Una modifica così drastica del sistema economico in Svizzera è eccessiva. La strada proposta è inoltre quantomeno nebulosa”, ha affermato la socialista Susanne Leutenegger Oberholzer. 

Con 133 voti contro 57, il Nazionale ha anche bocciato la proposta di contrapporre all’iniziativa un controprogetto da sottoporre al popolo. Questa versione voleva imporre a medio termine alle banche troppo grandi per fallire (“too-big-to-fail”) un ratio di fondi propri non ponderato del 10%.

Come sempre l’ultima parola spetterà al popolo.

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