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Il farmaco contro il coronavirus è sempre più vicino

Cure intense.
Una speranza per chi non può vaccinarsi e per chi, anche dopo il vaccino, non sviluppa sufficienti anticorpi. Keystone / Alessandro Crinari

Gli occhi sono ben puntati sull'Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona (IRB): dopo la scoperta di un anticorpo capace di sconfiggere le attuali varianti del coronavirus, si attende la fase di sperimentazione sull'uomo prevista per ottobre. Un antidoto potrebbe arrivare per la fine del 2022.

Dopo aver sviluppato un anticorpo capace di contrastare il coronavirus, l’Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona è ora in attesa di poter dare il via alla sperimentazione sull’uomo. Una fase sensibile, che dà speranza a chi non può vaccinarsi e a chi, anche dopo il vaccino, non sviluppa sufficienti anticorpi. 

L’intenzione è quella di avviare la sperimentazione clinica a Sud delle Alpi tra pochi mesi –  il tempo necessario per produrre l’anticorpo nella massima sicurezza – grazie alla collaborazione con l”Istituto Oncologico della Svizzera italiana e l’EOC. Una quindicina i pazienti volontari.

Questo significa che nel dicembre del 2022 potremmo già disporre di una cura per il coronavirus. Un passo importante, anche se vaccini e anticorpi dovranno continuare a lavorare assieme. Da una parte c’è il vaccino che spinge il corpo a produrre anticorpi ed è meno costoso, dall’altra c’è l’anticorpo che agisce nell’immediato”, spiega Luca Varani dell’IRB. “Senza dimenticare che gli anticorpi andrebbero ad aiutare i Paesi più poveri, dove la vaccinazione è un lusso per pochi e il sistema sanitario debole”. 

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