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La Cina chiede sobrietà anche nelle costruzioni

Il Paese dice basta all'edilizia megalomane, troppo costosa e "poco cinese"; intervista a un architetto svizzero attivo a Pechino

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La Cina dice basta all’architettura megalomane, troppo costosa e spesso troppo strana. Dopo 3 anni di campagna anti-corruzione che chiede sempre più sobrietà nei gusti e nelle spese, una normativa propone di valutare con parametri più severi l’approvazione di nuovi progetti.

Sentiamo a questo proposito le considerazioni di un architetto svizzero che lavora in Cina.

Arrivato in Cina sei anni fa, Effi Merido è un archietto di Zurigo. Oggi lavora nello studio da lui co-fondato a Pechino dove ci mostra uno dei primi lavori a cui a lavorato appena arrivato. Il progetto fa parte di una competizione per un appalto nel centro business della Città e riflette il gusto dei clienti di allora.

“Quello che era richiesto erano queste architetture iconiche di un certo lusso”, spiega, “di un certo splendore, qui appunto vediamo queste due torri, sono di 150metri, molto esuberanti” [cfr. video].

Oggi, però, lusso ed esuberanza è proprio quello che si vuole evitare con una normativa entrata in vigore quest’anno. Segue tante controversie che hanno accompagnato le opere più vistose, e costose.

“Alla gente non viene chiesto se piace o non piace il design degli edifici, però chiedendo alla gente comune spesso questi edifici assumono un valore negativo, visto le grandi spese economiche e l’impatto visivo a volte negativo. Questi edifici oggi sono un po’ difficili da vedere visto l’inquinamento di Pechino ma spuntano lo stesso visto la loro presenza fisica.”

Dai grattacieli a ex magazzini, prima abbandonati e ora recuperati come spazi per gallerie e uffici. È un recente progetto del suo studio, che spiega l’archietto, oggi vuole presevare la struttura orginaria.

“L’atteggiamento è più di preservazione, di rinnovo, e di apprezzamento di questa architettura che ha una sua storia”

Ma quando si parla di storia e tradizione la realtà è che oggi è rimasto molto poco, la rapida costruzione urbana ha distrutto anche zone che avrebbero dovuto rimanere protette.

“Questi quartieri di architettura tradizionale sono stati cancellati per la fretta, senza pensare troppo, pensando soprattutto a creare una nuova architettura, anche dovuto a speculazione edilizia ovviamente”.

La normativa chiede di allontanarsi da progetti troppo stranieri, ma cosa voglia dire archiettura cinese oggi, tra modernità e riscoperta della tradzione lascia molti interrogativi aperti.

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