Fallita l'evacuazione della città: la Croce Rossa ha fatto sapere che ci riproverà sabato.
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tvsvizzera.it/mrj
Nulla di fatto per l’evacuazione di Mariupol: il corridoio umanitario previsto per oggi non ha potuto essere organizzato senza intoppi e quindi solo 2’000 civili (dei 100’000 presenti) hanno potuto lasciare la città, assediata da settimane. Un altro tentativo sarà fatto domani, sabato, ha fatto sapere la Croce Rossa.
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Continuano intanto gli attacchi nella regione di Lugansk, mentre per la prima volta dall’inizio del conflitto l’Ucraina ha attaccato il territorio russo. Secondo l’agenzia Tass due elicotteri, volando a bassa quota, sarebbero entrati nello spazio aereo russo e avrebbero colpito un deposito di carburante nella regione di Begorod. Almeno otto dei 27 serbatoi di petrolio presenti sarebbero stati avvolti dalle fiamme. Due persone sarebbero rimaste ferite e alcune aree nei dintorni sarebbero state evacuate. Un attacco che il ministro degli esteri dell’Ucraina non ha voluto né confermare né smentire.
L’assedio continua anche in altre parti dell’Ucraina: il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha affermato che si sta combattendo a nord e ad est della capitale. Le truppe di Mosca, secondo lui, si ritirano da alcune aree intorno alla capitale solo per rafforzare la loro posizione in altre.
A Kiev inoltre è atteso l’arrivo della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che sarebbe così la prima leader dell’UE a recarsi in territorio ucraino dall’inizio del conflitto.
In Lituania si riaprono vecchie ferite
Il conflitto ucraino ha riaperto vecchie ferite in Lituania, la prima repubblica a dichiarare indipendenza dall’Unione sovietica e a essere invasa nel 1991. Nella capitale Vilnius molte persone hanno espresso empatia e solidarietà nei confronti del popolo ucraino. Sulle piazze si tengono tutti i giorni dei raduni e le attestazioni di solidarietà sono ovunque.
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C’è però anche preoccupazione, in particolare tra i giovani, che in questi giorni, con l’avvicinarsi della fine dell’anno scolastico, sono chiamati a prendere decisioni sul loro futuro. Per aiutarli, a Vilnius è stata organizzata una sorta di expo professioni. Molto gettonata in questo momento è la scuola ufficiali, come pure l’esercito dei volontari. “Credo che ogni cittadino abbia il diritto di difendere il proprio Paese e io ci sto pensando perché credo che ci sia un grande rischio adesso”, ha spiegato uno dei giovani interessati a una carriera sotto l’arma. Un interesse confermato anche da uno degli organizzatori: “Quest’anno l’interesse è cresciuto davvero molto a causa dell’attuale situazione geopolitica”.
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