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Le dighe fanno il pieno d’acqua, scommettendo su un aumento dei prezzi della corrente

diga vista dall alto
In questa immagine d'archivio, la diga di Lai da Nalps nei Grigioni. In Svizzera il 57% circa dell'elettricità è prodotta da centrali idroelettriche. Keystone / Alessandro Della Bella

Il livello dei bacini idroelettrici nella Confederazione è aumentato nelle ultime settimane, stando a quanto rilevato nei dati federali dalla Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTS. Gli operatori stanno accumulando riserve in previsione di un aumento dei prezzi dell'elettricità all'inizio del 2023.

In autunno, il livello dei laghi di stoccaggio generalmente si abbassa. Quest’anno, tuttavia, è aumentato. E non è una coincidenza. Le dighe stanno accumulando riserve in vista di una possibile crisi elettrica quest’inverno.

Dopo un inverno 2020-2021 poco nevoso, il riempimento dei bacini artificiali è passato da circa 7’000 GWh all’inizio di settembre a 7’585 GWh il 28 novembre. Secondo i dati pubblicati giovedì dall’Ufficio federale dell’energia (UFE), si tratta dell’85,4% della capacità massima.

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Con 10,7 punti percentuali in più rispetto al livello medio registrato tra il 2000 e il 2021, i bacini stanno attualmente accumulando circa 900 GWh in più rispetto al normale. Questa differenza potrebbe compensare tre settimane di importazioni di elettricità quest’inverno.

Il riempimento è in parte dovuto alla riserva strategica istituita dal Governo svizzero. Lo scorso autunno, il Consiglio federale ha indetto una gara d’appalto per bloccare 400 GWh di elettricità in tutto il Paese, da utilizzare in caso di carenza.

“I prezzi sono un incentivo a mantenere l’acqua nei laghi”.

Gli operatori agiscono però principalmente sulla base dei prezzi di mercato. E sono proprio le previsioni per questo inverno a spingerli a riempire i loro bacini di stoccaggio.

“I prezzi sono attualmente più alti per il primo trimestre del 2023 rispetto alla fine del 2022, il che rappresenta un incentivo a mantenere l’acqua nei laghi”, afferma una portavoce di Alpiq, uno dei maggiori fornitori di elettricità del Paese.

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Produzione dimezzata

Le aziende produttrici di energia elettrica preferiscono quindi generarla in altri modi o importarla piuttosto che utilizzare le dighe, che rimangono l’unico modo per conservare una così grande quantità di energia per lungo tempo.

Negli ultimi mesi hanno dimezzato la produzione per accumulare queste riserve. Dall’inizio di settembre, lo stoccaggio idroelettrico ha generato una media di 160 GWh a settimana, rispetto agli oltre 320 GWh dello stesso periodo del 2021.

Axpo, l’altro grande fornitore del Paese, afferma di aver addirittura “ridotto la produzione delle varie centrali di accumulazione all’inizio dell’anno, in modo che i laghi raggiungessero il livello preventivato in ottobre”. Ciò è dovuto alle scarse precipitazioni nevose dello scorso inverno e, di conseguenza, alla scarsa quantità di acqua di fusione che ci si poteva aspettare.

Energia nucleare a pieno regime

Secondo i dati dell’UFE, il calo della produzione delle dighe è compensato principalmente dalle centrali nucleari. Dall’inizio di settembre, questi impianti funzionano a pieno regime. Producono quasi 490 GWh a settimana, rispetto ai 285 GWh dello stesso periodo del 2021.

Attualmente, oltre la metà dell’elettricità prodotta in Svizzera proviene da centrali nucleari.

Riusciranno a mantenere questo ritmo per tutto l’inverno? Negli ultimi anni, le centrali nucleari hanno subito una serie di guasti, con arresti durati diverse settimane o mesi.

In definitiva, le riserve accumulate nelle dighe quest’autunno dovrebbero ridurre o attenuare il rischio di una carenza di acqua quest’inverno. Ma potrebbero anche costituire un guadagno considerevole per gli operatori, a seconda dell’evoluzione dei prezzi.

A prescindere dai margini dei produttori, a settembre è stato ratificato per i consumatori un aumento delle tariffe, a volte molto elevato, nel 2023.

La produzione idroelettrica si divide in tre tipi di centrali:

Centrali ad accumulo, di cui si parla in questo articolo: possono trattenere grandi quantità d’acqua nel loro lago e turbinare quando la domanda è alta.

Centrali ad acqua fluente: a differenza delle centrali ad accumulo, queste non dispongono di un serbatoio e possono quindi regolare la loro produzione solo in misura limitata, essendo molto dipendenti dalle condizioni meteorologiche. È il caso, ad esempio, della diga di Verbois sul Rodano, a Ginevra.

Centrali ad accumulo con pompaggio: funzionano con due bacini di accumulo, uno situato più a monte dell’altro. Pompano l’acqua nel lago superiore quando c’è abbondanza di elettricità e generano energia (con turbine) quando la domanda è alta. È il caso, ad esempio, della centrale di Nant-de-Drance, recentemente entrata in funzione a Emosson, in Vallese.

Traduzione di Daniele Mariani 

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