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Cioccolato, il marchio svizzero fa discutere

Dal primo gennaio 2017 è entrata in vigore la nuova legge “Swissness”, che obbliga chi vuole servirsi del marchio “Made in Switzerland” o della bandiera rossocrociata sui suoi prodotti a soddisfare determinati parametri. Sono tuttavia previste diverse deroghe, una situazione che non piace agli ideatori del testo.

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Il marchio svizzero è fondamentale soprattutto per il mercato estero, dove è una garanzia che giustifica i prezzi più alti dei prodotti elvetici. Per evitare abusi, la nuova legge entrata in vigore quest’anno impone che i prodotti naturali, quali piante o carne, così come il latte e suoi derivati, provengano al 100% dal territorio elvetico.  

La «swissness» in breve

Con il termine «swissness» ci si riferisce alla revisione della Legge federale sulla protezione dei marchi e sull’indicazione di provenienza, adottata dal parlamento svizzero nel 2013. Questa revisione, entrata in vigore il 1° gennaio 2017, definisce quali sono i criteri perché un prodotto possa essere definito di provenienza svizzera.

I prodotti alimentari devono per esempio contenere l’80% di materie prime elvetiche per portare l’indicazione di provenienza svizzera, con delle eccezioni per le materie prime che in Svizzera non esistono, come il cacao e il caffè. 

Per le altre derrate alimentari è necessario un minimo dell’80% di materia prima svizzera. Per i prodotti industriali il tasso è fissato al 60%.

Diverse eccezioni sono tuttavia previste, come ad esempio per lo zucchero bio fair trade utilizzato dalla fabbrica di cioccolato Maestrani, che potrà continuare a stampare la bandiera svizzera sulle sue tavolette.

Protezione o protezionismo?

“Ognuno è riuscito a far inserire nella lista delle eccezioni gli ingredienti di cui ha bisogno, per poter continuare a servirsi della nostra bandiera. Ma così la legge è stata stravolta dai lobbisti”, ha commentato lo scorso mese l’ideatore del testo, il parlamentare sciaffusano e imprenditore Thomas Minder.

Ma per l’industria alimentare, e in particolare del cioccolato, è la legge stessa ad essere sbagliata, c’è chi parla di protezionismo agricolo e ritiene che sia stato dato poco peso al valore aggiunto del “savoir faire” elvetico e troppo alla provenienza dei prodotti.


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