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Il Brasile festeggia gli ottant’anni di Pelé

Facciata di edificio di industriale decorato con 4 grandi murales circolari di cui uno raffigura Pelé
Il nuovo omaggio tributatogli dall'artista Kobra nella città di Santos. Keystone / Erich Oliviera / Handout

Da giorni, il Brasile sta celebrando l'ottantesimo compleanno di Edson Arantes Do Nascimiento, in arte Pelé, che cade venerdì. È l'unico calciatore ad aver vinto tre mondiali e in carriera ha segnato 1281 reti. A vent'anni fu dichiarato dal suo Paese "tesoro nazionale" ma generazioni di bambini e ragazzi di tutto il mondo si sono ispirati a lui tirando i primi calci al pallone.

Nato a Tres Coracoes il 23 ottobre 1940, è stato proclamato atleta del XX secolo (titolo assegnato dal Comitato olimpico internazionale nel 1999) e calciatore del secolo ex aequo con l’argentino Diego Armando Maradona. Tra gli sportivi, la sua fama nel mondo e la popolarità del suo volto -immortalato anche da Andy Warhol- sono paragonabili solo a quelle del pugile Muhammad Alì. Rispetto al quale però, complici gli stadi e il seguito del calcio, ha avuto certamente più spettatori.

Muro cittadino ombreggiato da pianta con dipinto che raffigura Pelé e Alì che s abbracciano; sul fondo scritte Get up, Stand up
L’abbraccio tra i due sportivi più popolari di sempre nel murale dell’artista di strada Luis Bueno a San Paolo. Keystone / Fernando Bizerra

“Sono conosciuto più di Gesù Cristo”, disse anni fa in un’intervista all’agenzia Ansa. La frase, che per la verità ne ricalca una pronunciata nel 1966 da John Lennon in relazione ai Beatles, gli procurò parecchie critiche. Pelé, pur riconoscendole una certa blasfemia, ne spiegò il senso: “Io sono cattolico, e so cosa significhi Gesù con i suoi valori. Ma nel mondo è pieno di gente che crede in altro: in Asia, ad esempio, ci sono centinaia di milioni di buddisti. Magari non sanno chi è Cristo, ma di Pelé hanno sentito parlare…”. Nella stessa intervista, sottolineò la grande differenza col numero di reti segnate da Maradona (359).

‘O Rei’, come viene soprannominato, è stato accolto appunto da re in 88 nazioni e ricevuto da 70 primi ministri, 40 capi di Stato e tre Papi. Le stampelle gli hanno impedito di essere l’ultimo tedoforo ai Giochi olimpici di Rio del 2016, ma in Brasile rimane per tutti un, anzi il, Mito.

Per scongiurare il contagio da Covid, Pelé ha preferito festeggiare i suoi 80 anni senza partecipare ad eventi pubblici, ma dalla sua casa nei pressi di San Paolo -dove per precauzione è fermo da sei mesi- promette che riapparirà in pubblico non appena l’emergenza sanitaria sarà terminata.

Alle cento canzoni che narrano la sua leggenda (due le incise lui stesso, nel 1969, assieme a Elis Regina) se ne aggiunge oggi una, ironica, intitolata ‘Fidatevi di questo vecchietto’. E per non scontentare nessuno tra le centinaia di richieste di interviste ricevute, ha registrato un messaggio che vediamo in questo servizio della RSI.

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