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Jerry Lewis se ne è andato

Il re della commedia americana Jerry Lewis è morto domenica a Las Vegas all’età di 91 anni per cause naturali. Aveva al suo attivo una quarantina di film come attore e una decina come regista.

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Nato il 16 marzo del 1926 a Newark, da genitori ebraici di origine russa, attori anche loro, Joseph Levitch – questo il suo nome di battesimo – iniziò sin da giovanissimo a calcare i palcoscenici di Brooklyn, facendosi velocemente notare per i suoi sketch. 

Dopo una prima tournée nel 1944 conobbe Dino Crocetti – meglio conosciuto come Dean Martin – e con lui diede vita a un sodalizio passato alla storia. Martin l’affascinante e Lewis lo sgraziato girarono insieme 16 film, fra i quali Attente ai marinai! (1952), Morti di paura (1953), Il nipote picchiatello (1955), Artisti e modelle (1955) e Hollywood o morte! (1956).

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Fu proprio nel 1956 che la coppia si ruppe. Dopo un periodo meno brillante, per il Picchiatello iniziò la carriera di ‘regista totale’, come lo definirono i ‘Cahiers du Cinéma’: Un ragazzo tutto fare (1960) L’idolo delle donne e Il mattatore di Hollywood (entrambi del 1961), Jerry 8 (1964) e il suo acclamato capolavoro, Le folli notti del dottor Jerryll (1963)

Inventò anche una tecnica di lavoro sul set. Dal momento che quasi tutti i suoi sketch erano improvvisati, Lewis-regista aveva bisogno di controllare immediatamente il lavoro fatto. Fu lui dunque a portare sul set la tecnica del video assist, che utilizzava monitor per vedere il girato in tempo reale. La tecnica è ancora oggi abitualmente usata sul set. Osannato dalla critica francese, Lewis nel 1970 diresse Scusi, dov’è il fronte?, che ottenne un clamoroso successo in Francia, ma che venne snobbato in patria, determinandone la parabola discendente.

Incontro con Jerry Lewis a Ginevra nel 2004

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Jerry Lewis, nonostante i guai fisici, ha vissuto gli ultimi anni da arzillo vecchietto. Aveva subito l’impianto di quattro bypass coronarici ed era stato operato di cancro alla prostata. Soffriva anche di diabete e fibrosi polmonare ma a Las Vegas, dove viveva con la seconda moglie, ha tenuto fino all’ultimo spettacoli dal vivo e seminari sul buonumore. Vincitore di Golden Globe, Bafta e del Leone d’oro alla carriera a Venezia, nel 1999, Lewis nel 2009 ha ottenuto dall’Academy il Jean Hersholt Humanitarian Award ma mai nessun Oscar per i suoi film.

Numerose sono state anche le polemiche che lo hanno riguardato. Criticato dalle associazioni dei disabili per le sue parodie nei confronti degli affetti da distrofia muscolare, fece anche scalpore in televisione per i suoi epiteti contro i gay. Una volta si scagliò anche contro le donne comiche che – disse – lui vedeva solo come “macchine sforna bambini”. Subì anche una denuncia per porto abusivo d’armi, nel 2008 all’aeroporto di Las Vegas. Aveva con sé una pistola che sostenne essere un regalo di un fan.

La migliore recensione del lavoro del comico newyorkese è stata scritta dal collega Dice Clay: “Non è il ridere il punto. Il punto è la commedia. Per apprezzare Jerry Lewis occorre prenderne il bello e il brutto e apprezzarne il brutto – le battute al limite dell’offensivo e i suoi modi sgraziati e qualche volta irritanti – esattamente come la più sincera delle risate che ci ha regalato”.

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