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Guerra alle mine, spariranno entro il 2025?

Ci sono ancora 70 milioni di mine sparse in tutto il mondo che ogni anno causano la morte di migliaia di persone. Per ricordare queste tristi cifre oggi a Berna, in occasione della giornata mondiale contro questo flagello che colpisce soprattutto le popolazioni civili dei paesi in via di sviluppo, si è tenuta una manifestazione.

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La Svizzera è in prima linea nella battaglia contro questo fenomeno destinando a questo scopo 16 milioni di franchi all’anno e operando con gli specialisti dell’esercito in Kosovo e prossimamente in Libia.

Gli obiettivi della campagna internazionale sono ambiziosi: bonificare entro il 2025 tutti i terreni in cui sono stati sotterrati questi subdoli ordigni, metterne al bando l’uso e la fabbricazione e distruggere le 200’000 mine anti-uomo già prodotte e in attesa di collocazione.

Aspirazioni che contrastano però con la realtà che attesta l’aumento, in concomitanza con il conflitto in Iraq e in Siria, delle vittime dopo alcuni anni in cui il loro numero era diminuito.

Nel 2017 sono stati quasi 1’700 i morti e oltre 5’000 i feriti o mutilati, in un caso su 5 si è trattato di un bambino. E, soprattutto, tra i 133 paesi che hanno dichiarato guerra alle mine mancano, tra gli altri, Cina, Egitto, India, Israele, Russia e Stati Uniti. 

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