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L’albo degli artigiani non piace troppo neanche in Ticino

La Legge sulle imprese artigiani (LIA), introdotta in Ticino l’anno scorso per arginare la concorrenza dei padroncini provenienti da oltre confine nel settore edile, è contestata anche nel cantone italofono.

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Lo testimoniano i piccoli artigiani che oggi hanno manifestato oggi in centro a Lugano per protestare contro le prescrizioni contenute nelle nuove norme e in particolare contro l’obbligo di iscrizione (piuttosto oneroso) all’albo cantonale.

In proposito nei prossimi giorni verrà depositata una petizione, sottoscritta da oltre 3’500 lavoratori, che ne chiede l’abrogazione. Sulla legge pendono comunque già i ricorsi della Commissione della concorrenza (ComCo) e da singoli artigiani sostenuti dalla Camera di commercio della Svizzera centrale secondo i quali la LIA viola le disposizione federali sul mercato interno.

Ma anche a sud del Ticino si ritiene che l’albo degli artigiani contrasti con le regole del mercato unico europeo firmate da Berna. Intanto, in attesa degli approfondimenti giuridici ordinati dal governo ticinese, sono salite a 4’500 le adesioni alla LIA sul cui futuro pendono importanti ipoteche.

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