Le aziende presenti nel canton Ticino attive nel commercio delle materie prime (120 quelle presenti sulla piazza luganese on 1'600 collaboratori) devono fare i conti con l’attuale contesto internazionale turbolento.
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tvsvizzera.it/mrj
Lugano è una delle principali piazze mondiali per il commercio dell’acciaio e, anche se le società che ospita sono piccole e si dicono resilienti in un contesto internazionale, almeno una dozzina sarebbero in difficoltà, stando a quanto appreso dalla trasmissione Il Quotidiano della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI, e un paio sarebbero anche andate in liquidazione.
Tra quelle che invece sono riuscite a riprendere fiato ci sono anche le ditte che ancor prima dello scoppio della guerra avevano diversificato le loro attività. Tra queste la Flame di Paradiso che, grazie a 35 dipendenti presenti in India e Vietnam acquista carbone e lo rivende a centrali elettriche o cementifici.
Non è ancora chiaro cosa succederà quando, da fine agosto, entrerà in vigore il divieto di commerciare anche il carbone russo.
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