Il carismatico tecnico ed ex calciatore serbo è deceduto a Roma all'età di 53 anni a causa della leucemia contro cui combatteva da anni.
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A darne l’annuncio la sua famiglia che in una nota ha definito “ingiusta e prematura” la scomparsa di Sinisa Mihajlovic. “Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto”, scrivono la moglie Arianna e i loro cinque figli.
L’ex nazionale di Jugoslavia e Serbia, proveniente dalla Stella Rossa, ha militato a lungo nel campionato italiano (Roma, Sampdoria, Lazio e Inter) e ha poi allenato numerose squadre (tra cui Milan, Inter, Sampdoria, Fiorentina e Bologna) e la nazionale serba.
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Sinisa Mihajlovic aveva annunciato la sua malattia nell’estate del 2019, dopo che aveva ripreso ad allenare la squadra bolognese dal gennaio dello stesso anno. È stato inoltre testimone del conflitto interetnico che ha dilaniato negli anni ’90 il suo Paese. All’annuncio della morte sono subito rimbalzate sui media, che hanno dato ampio risalto alla notizia, le reazioni, anche fuori dall’Italia, di protagonisti della politica e dello sport.
“Hai lottato come un leone in campo e nella vita. Sei stato esempio e hai dato coraggio a molti che si trovano ad affrontare la malattia. Ti hanno descritto come un sergente di ferro, hai dimostrato di avere un gran cuore. Sei e resterai sempre un vincente. A Dio Sinisa Mihajlovic”, ha scritto su Twitter la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni.
Anche il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic ha reso omaggio sui suoi profili social al calciatore e allenatore scomparso oggi: “sono estremamente colpito dalla notizia della morte di Sinisa Mihajlovic, leggenda del calcio nostro ed europeo e patriota che amava la Serbia con tutte le sue forze. Il modo in cui ha compreso e giocato il calcio, in cui ha trascorso tutta la sua vita da giocatore e allenatore, sarà ricordato per il suo talento e il suo carattere unico”.
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