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Lanciata verso Marte la sonda cinese Tianwen 1

Riproduzione di un veicolo spaziale esposto su una pedana in un locale illuminato di rosso; agenti sorvegliano
Una riproduzione del lander di Tianwen 1, esposta in un centro commerciale di Pechino. Keystone / Wu Hong

È stata lanciata giovedì verso Marte la sonda cinese Tianwen 1. Destinata a divenire il primo veicolo spaziale della Cina nell'orbita del pianeta rosso, ha l'obiettivo di studiare l'atmosfera marziana, la struttura interna e -con l'aiuto di un rover- la superficie del pianeta, con particolare attenzione alle tracce della presenza di acqua.

Il lancio è avvenuto dalla base di Wengchang, sull’isola di Hainan. Ha segnato anche l’esordio del razzo Lunga Marcia 5. La Cina entra così nella nuova corsa a Marte, a tre giorni dal lancio della sonda Hope, ‘speranza’, degli Emirati Arabi Uniti. Fra circa una settimana è invece previsto il lancio del nuovo rover dell’agenzia statunitense NASA, il Perseverance.

La sonda Tianwen 1 (“domande al cielo” o  “ricerca della verità celeste”, da un componimento in versi dell’antico poeta Qu Yuan) dovrebbe raggiungere Marte nel febbraio 2021 e per circa due anni terrestri osserverà il pianeta rosso da una distanza che oscillerà tra 265 e quasi 12’000 chilometri.

In cerca di vita

La missione prevede di portare sia un veicolo nell’orbita marziana, sia un rover dotato di 13 strumenti, il cui atterraggio è previsto nell’aprile 2021 nell’ampia pianura dell’emisfero settentrionale di Marte, Utopia Planitia, dove si pensa ci sia un lago sotterraneo di ghiaccio.

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Il veicolo di superficie, alimentato a energia solare e a sei ruote, pesa 240 chilogrammi e per almeno 90 giorni andrà in cerca di tracce di acqua e di eventuali segnali di forme di vita.

“100%” cinese

Quello di giovedì è il secondo lancio di un veicolo spaziale cinese verso Marte. Il primo risale al 2011, quando la sonda Yinghuo 1 andò perduta con il fallimento della missione russa Phobos-Grunt, che non riuscì a immettersi nella posizione corretta nell’orbita terrestre e la abbandonò rientrando nel Pacifico nel gennaio 2012.

Questa volta la missione è interamente cinese e si basa sull’esperienza accumulata nelle due missioni lunari, Chang’e 3 nel 2013 e Chang’e-4, che nel 2019 ha esplorato per la prima volta il lato nascosto del satellite.

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Esperti di diversi Paesi le forniranno comunque assistenza. L’Agenzia spaziale europea ESA ha messo a disposizione per le comunicazioni con la sonda la sua rete mondiale di stazioni di tracciamento.

L’Istituto francese di astrofisica e planetologia (IRAP) ha contribuito a sviluppare uno strumento per la spettroscopia laser installato sul rover, mentre l’Agenzia austriaca per la promozione della ricerca FFG ha contribuito al magnetometro della sonda.



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