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“App” e politica contro gli sprechi alimentari

Lo spreco alimentare deve essere ridotto. La camera bassa del Parlamento elvetico ha accettato mercoledì una mozione che chiede di semplificare alcune basi legali, in modo che si possa agire in modo più efficiente. In attesa che si esprima anche la camera alta, la Radiotelevisione svizzera ha indagato su un'applicazione per smartphone da poco arrivata in Svizzera che ha come obiettivo proprio evitare gli sprechi di cibo. 

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Secondo uno studio commissionato dall’Ufficio federale dell’ambiente, circa 350’000 tonnellate di sprechi evitabili sono generati ogni anno in Svizzera da diversi rami dell’industria. Sono sprechi che sarebbero, secondo la commissione, in parte dovuti a una  legislazione troppo complessa. La mozione che chiede al Governo di semplificare le basi legali è stata approvata per 161 voti contro 14 e 10 astensioni. 

“Mangio spesso degli yogurt anche tre mesi dopo la data indicata di scadenza”, ha detto la deputata Isabelle Chevalley (partito dei Verdi liberali). “Anche io mangio spesso yogurt dopo la data di scadenza”, ha dichiarato il ministro dell’interno Alain Berset, cercando di convincere, invano, la camera a respingere la mozione.

“Se potessimo modificare le disposizioni, saremmo d’accordo, ma abbiamo bisogno di elementi concreti. Quelli presentati dalla commissione sono troppo vaghi. Non sapremmo dove cominciare”, ha aggiunto.

La camera alta dovrà ora pronunciarsi sulla questione. 

Un tema sentito

Lo spreco alimentare sembra essere un tema che sta a cuore agli svizzeri. Il padiglione elvetico a Expo Milano 2015 parlava proprio di questo. In diversi cantoni stanno inoltre aprendo delle panetterie “di seconda mano” che recuperano e ripropongono a prezzo stracciato quello che i panettieri veri e propri non sono riusciti a vendere, ma che è ancora perfettamente commestibile. 

Infine, da alcuni mesi è disponibile nella Confederazione un’app per telefonino chiamata “Too good to go” (“troppo buono per essere buttato”), che permette di trovare negozi e ristoranti che per pochi spiccioli sono disposti a vendere il cibo ancora commestibile che altrimenti finirebbe nella spazzatura. Un’applicazione che ha avuto molto successo in altri paesi, ma che in a Ginevra, secondo quanto appurato dalla Radiotelevisione svizzera, fa ancora fatica a prendere piede. 

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