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Per i rustici illeciti vecchi almeno 30 anni si propone il condono edilizio

rustici della val Bavona
Si premiano i furbetti o si preserva il territorio? Keystone / Karl Mathis

Una mozione approvata oggi dal Consiglio nazionale chiede di risparmiare dall'abbattimento questi 600'000 edifici, 2'000 dei quali in Ticino. Il dibattito è aperto e la Camera dei Cantoni si deve ancora esprimere in merito.

Gli edifici costruiti illecitamente fuori dalle zone edificabili dovrebbero beneficiare di un condono edilizio dopo 30 anni dalla loro edificazione. Lo chiede una mozione approvata oggi dal Consiglio nazionale. L’atto parlamentare concerne in modo particolare i rustici.

L’atto parlamentare – adottato con 92 voti contro 84 e una astensione – è stato depositato dopo una sentenza del Tribunale federale che fa giurisprudenza. Esprimendosi sul caso di un deposito lucernese situato in zona agricola, il TF ha deciso che queste costruzioni illegali devono essere demolite, anche se costruite prima del 1983.

Circa 600’000 edifici interessati

Secondo i calcoli della televisione svizzero tedesca SRF, sono circa 600’000 gli edifici situati fuori zona edificabile. In Ticino il direttore del dipartimento del territorio Claudio Zali ha evocato la cifra di 2000 rustici, ha indicato oggi il relatore commissionale Mike Egger (UDC/SG).

Secondo il sangallese, l’applicazione della decisione del Tribunale federale (TF) comporterebbe oneri amministrativi sproporzionati e ingestibili per le autorità cantonali e comunali competenti. Non si tratta di proteggere le persone che agiscono illegalmente, ha proseguito Egger. Tuttavia, se un Comune in 30 anni non è stato in grado di contestare un edificio costruito fuori zona edificabile, allora si dovrebbe applicare la prescrizione. Questo periodo è infatti più che sufficiente per scoprire tali costruzioni e farle demolire.

Il servizio del TG:

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Prevedendo che l’obbligo di ripristinare la situazione conforme alla legge si estingua dopo 30 anni, come previsto per gli edifici costruiti all’interno delle zone edificabili, non si fa altro che garantire la parità di trattamento, ha precisato l’altra relatrice commissionale Christine Bulliard-Marbach (Centro/FR).

“Non si tratta sempre di piccole costruzioni agricole”

È proprio per garantire l’uguaglianza del diritto che occorre respingere la mozione, ha replicato Ursula Schneider Schüttel (PS/FR). È una questione di rispetto per chi si adegua alla legge. I giudici di Mon Repos, ha ricordato la friburghese, non si sono espressi su piccole costruzioni agricole come si vuole far credere, ma su deposito costruito illegalmente su suolo agricolo.

Per Schneider Schüttel demolire le costruzioni illegali fuori zona edificabile è conforme agli obiettivi della pianificazione del territorio che prevedono un uso parsimonioso del suolo. La zona non edificabile dovrebbe essere libera da costruzioni. “È il principio stesso della separazione delle zone”, ha aggiunto.

Sommaruga: “Si protegge un atto illegale”

Da parte sua, la consigliera federale Simonetta Sommaruga ha sostenuto come la mozione ricompensa chi ha costruito in modo illecito. “Non capisco questo bisogno di proteggere un atto illegale”, ha sostenuto.

L’atto parlamentare passa ora al Consiglio degli Stati.

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