Numerosi detentori delle obbligazioni AT1, il cui valore è stato azzerato in seguito all'acquisto di Credit Suisse da parte di UBS, intendono sporgere denuncia contro la società svizzera di vigilanza dei mercati finanziari Finma.
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tvsvizzera.it/mrj
Un numero non meglio precisato di dipendenti di Credit Suisse vorrebbe intentare una causa contro l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) per i bonus mancati. Negli ultimi anni avevano ricevuto somme milionarie, cancellate nel salvataggio della banca da parte di UBS.
Gli studi legali Quinn Emanuel e Pallas avrebbero ricevuto varie richieste da manager della banca, scrive lunedì sul proprio sito web il giornale economico Financial Times. Le iniziative legali riguardano in particolare le obbligazioni AT1 (Additional Tier 1). Si tratta di strumenti di patrimonializzazione con tassi d’interesse relativamente elevati che, nel quadro dell’acquisizione di CS da parte di UBS, la Finma ha di fatto annullato. Il valore totale di questi AT1 era di circa 16 miliardi di franchi. Ora questo valore è stato annullato.
Secondo l’articolo del Financial Times, che si basa sulle dichiarazioni di diverse persone fidate, non è ancora chiaro se questa ondata di denunce verrà unita a quelle già esistenti, o se verrà trattata separatamente. “Siamo stati contattati da manager di Credit Suisse da tutto il mondo”, viene citata nel pezzo una persona coinvolta.
Intanto lo studio legale giapponese Masuda & Partners, stando a quanto riportato dal domenicale NZZ am Sonntag, sta raccogliendo i detentori giapponesi di AT1 per presentare una richiesta di arbitrato internazionale. Lo studio vuole registrare tutti coloro che desiderano partecipare entro la fine di maggio, scrive il giornale.
Sembra che gli avvocati vogliano basare il loro caso sulla violazione di un accordo di protezione degli investimenti tra la Svizzera e il Giappone. Tali accordi internazionali hanno lo scopo di offrire agli stranieri una protezione legale per gli investimenti diretti nel Paese. In caso di controversia, gli investitori potrebbero rivolgersi direttamente a un collegio arbitrale internazionale.
Secondo il domenicale, la maggior parte dei creditori stranieri il cui Paese d’origine ha concluso un accordo di protezione degli investimenti con la Confederazione probabilmente parteciperà a tale causa, oltre a presentare un reclamo diretto contro l’autorità di vigilanza dei mercati.
Attualmente sono già state presentate le denunce di 1’000 detentori di AT1 contro la Finma al Tribunale amministrativo federale di San Gallo.
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