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Portarono oltre 100 kg di cocaina dal Belgio all’Italia, ad aprile il processo

cucchiaino contenente polvere bianca, cocaina
In pochi mesi, un uomo e una donna albanesi, hanno portato oltre un quintale di cocaina dal Belgio all'Italia. Keystone / Andy Rain

Due corrieri della droga arrestati a Stabio, nel canton Ticino, il 15 aprile 2022 perché in possesso di 15 chilogrammi di cocaina, sono stati rimandati a giudizio dalla procura ticinese.

Il 15 aprile 2022 le guardie di confine svizzere fermarono a Stabio due vetture dirette in Italia. Al volante della prima – la cosiddetta “staffetta” – c’era un cittadino albanese, che viveva in Svizzera interna. Alla guida dell’altra una 34enne del Kosovo, anche lei domiciliata oltre San Gottardo. Nell’auto di quest’ultima, nascosti sotto un sedile, gli agenti trovarono 15 chili di cocaina, pura al 90%.

Si scoprì in seguito che i due stavano effettuando l’ultimo di una serie di viaggi effettuati nel giro di poche settimane dal Belgio al Nord Italia, destinazione ultima dello stupefacente. È stata la donna ad ammettere che i viaggi erano iniziati nel mese di dicembre del 2021 e la sua confessione è stata confermata dai riscontri emersi durante le indagini, come i contatti telefonici e il controllo automatico delle targhe in dogana.

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Gli inquirenti hanno potuto così calcolare che il quantitativo di droga trasportata nel corso dei mesi ha superato i 100 chilogrammi. Una quantità ingente, di cui solo una piccolissima parte – 100 grammi – è finita in Svizzera.

L’albanese, che in Italia ha già alle spalle dei precedenti penali, sostiene di avere avuto un ruolo marginale rispetto a quello della “compagna” di viaggio. I due, rinviati a giudizio dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti, compariranno presto alla sbarra. Il reato principale di cui sono accusati è quello di infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti. La donna dovrà inoltre rispondere di riciclaggio di denaro per i 10’000 euro ricevuti, in un’occasione, come compenso. L’uomo, invece, d’inganno nei confronti delle autorità, per avere nascosto alle autorità elvetiche i suoi precedenti nel momento in cui ha presentato la richiesta del permesso di domicilio.

Il processo è previsto per la fine di aprile di quest’anno e, in ragione dell’enorme quantitativo di stupefacente trafficato, l’accusa chiederà pene superiori ai cinque anni di carcere. Pene che entrambi gli imputati hanno cominciato anticipatamente a espiare.

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