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Per Macron si annuncia un autunno caldo

La riforma del codice del lavoro ha spinto in piazza martedì diverse decine di migliaia di persone, che hanno risposto all’appello della Confédération générale du travail, uno dei principali sindacati francesi.

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Quattrocentomila persone in tutto il paese, di cui 60’000 a Parigi, secondo la CGT; 220’000 stando invece al Ministero dell’Interno, di cui 24’000 nella capitale.

Al di là del consueto balletto di cifre, la CGT sembra essere riuscita nella sua scommessa di mobilitare un consistente numero di persone per protestare contro la riforma del codice del lavoro, una delle principali promesse fatte da Emmanuel Macron durante la campagna elettorale.

Il portavoce del governo Christophe Castaner ha ammesso che si è trattato di una “mobilitazione di un certo livello” e ha dichiarato di essere sensibile ai timori manifestati e ha promesso che l’esecutivo “darà delle risposte”.

I sindacati non si sono però presentati uniti alla protesta. Di fianco alla CGT non c’erano né Force Ouvriere, né la CFDT, il maggior sindacato francese. Entrambe scontente della riforma, ma non disposte a scendere in piazza subito.

Emmanuel Macron, che si trovava martedì sull’isola caraibica di Saint-Martin, colpita dall’uragano Irma, ha sottolineato di essere assolutamente determinato a mandare avanti la riforma.

Primo grande cantiere sociale del quinquennio, la riforma prevede una limitazione delle indennità in caso di licenziamento abusivo, la riduzione dei tempi di ricorso da parte dei salariati o la possibilità di negoziare senza i sindacati quando un’azienda ha meno di 50 dipendenti.

L’obiettivo è di dare maggiore flessibilità alle imprese e di incoraggiarle ad assumere in un contesto caratterizzato da un elevato tasso di disoccupazione (il 9,5% della popolazione attiva a fronte di una media del 7,8% in Europa).

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