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Rallentano in Svizzera le terze dosi contro il Covid-19

In fila per la vaccinazione a Berna.
In fila per la vaccinazione a Berna. Keystone / Peter Klaunzer

Nel fine settimana in Svizzera si sono contati 67'906 nuovi casi di coronavirus, vale a dire 4'259 in più rispetto a quelli cumulati nelle 72 ore di una settimana fa.

I decessi, secondo quanto ha riferito l’Ufficio federale di sanità pubblica, sono però diminuiti, da 48 a 30 mentre i ricoveri in ospedale (233) sono rimasti invariati. Il grado di occupazione nei reparti di cure intense (641 persone) è del 74%, percentuale su cui incidono i pazienti Covid nella misura del 31,3%.

Situazione sempre tesa

L’87,9% dei nuovi positivi è stato infettato dalla variante Omicron. Più in generale il tasso di positività è aumentato dal 28,7% al 30,9% e il tasso di riproduzione del virus, dato che risale a una decina di giorni fa, si è attestato all’1,12. Questi in estrema sintesi i numeri pubblicati lunedì, che secondo gli esperti confermano che la situazione rimane tesa ma tra di loro sono diversi quelli che ritengono che il picco della pandemia sia ormai vicino.  

Nell’ottica di politica sanitaria c’è da registrare il 67,87% di residenti che hanno ricevuto due dosi di vaccino (il 77,22% degli ultra dodicenni) mentre il cosiddetto booster fa un po’ più di fatica ad affermarsi.

Finora il richiamo è stato somministrato solo al 34,33% della popolazione (70,74% delle persone con più di 65 anni) e sembra scemare l’interesse per la terza dose che, a detta dei clinici, mette al riparo dagli effetti gravi della variante Omicron – in particolare per i soggetti fragili – oggi dominante ed estremamente infettiva.

Booster in perdita di velocità

La vicepresidente dei responsabili cantonali della sanità, Rebecca Ruiz, ha osservato in proposito che i richiami sono scesi da circa 100’000 a poco meno di 70’000 al giorno in una settimana.

Molte persone esitano a fare la terza dose, ha detto la ministra del Canton Vaud al TG, “forse attendendo un vaccino adattato alla variante Omicron, anche perché ci sono molti vaccinati anche con due o tre dosi che si infettano comunque”.

Altri reputano, alla luce dei messaggi sulla presunta minore pericolosità dell’ultima variante, che non sia indispensabile immunizzarsi. Per tutte queste ragioni Berna sta organizzando una nuova campagna di promozione delle vaccinazioni, in particolare suoi richiami.

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Adesione dei cantoni, con alcune eccezioni, alle misure di Berna

Intanto i cantoni si sono espressi sul pacchetto di ulteriori misure, elaborate dal governo federale a metà dicembre e potenziate la settimana scorsa, per contenere la diffusione della pandemia. In generale c’è consenso sulla strategia ma emergono rilievi su specifici provvedimenti, in particolare riguardo alla durata degli stessi.

È il caso delle restrizioni relative al certificato Covid rafforzatCollegamento esternoo (2G e 2G+), al telelavoro obbligatorio e agli incontri privati che per la maggioranza dei cantoni (esclusi Zurigo, Argovia, Soletta, Lucerna e Obvaldo) vanno revocati in anticipo alla fine di febbraio e non a fine marzo, come auspicato dalle autorità federali. Mentre è unanime la levata di scudi contro l’ipotesi di didattica a distanza nell’insegnamento universitario.   

Nel dettaglio le misure adottate dal governo il 17 dicembre prevedono il regime di certificazione “2G” (vaccinati o guariti) e l’obbligo della mascherina negli spazi chiusi, tranne che per consumare nei bar e ristoranti (ma solo stando seduti).

Qualora non fosse possibile (per esempio per le corali o nelle discoteche) viene richiesto il cosiddetto “2G+” (vaccinati o guariti e tampone negativo). Il telelavoro è obbligatorio e le riunioni private con non vaccinati o guariti sono limitate a dieci persone.

Per quel che concerne la riduzione della validità a nove mesi del Green Pass (anche quelli già emessi), su cui i cantoni si dicono favorevoli, la misura che entrerebbe in vigore il primo febbraio per motivi di uniformità con i vicini europei. I pareri invece divergono per quel che concerne l’abolizione completa delle quarantene. Alcuni sono favorevoli, altri chiedono di attendere la fine della quinta ondata. Per quel che concerne i viaggi internazionali, c’è adesione generale alla proposta di esentare i vaccinati o guariti dal presentare un tampone negativo all’arrivo in Svizzera.

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