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Il referendum turco crea polemica in Olanda e Svizzera

La Turchia di Erdogan è in piena campagna per il referendum costituzionale del 16 aprile che, se approvato dalla popolazione, concederà maggiori poteri al presidente. I convegni organizzati in Europa a favore della riforma creano polemiche in Olanda e in Svizzera.  

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In Svizzera, la polizia argoviese aveva vietato per ragioni di sicurezza la riunione prevista ieri alla quale avrebbe presenziato un deputato del partito AKP del presidente turco Recep Tayyp Erdagan per promuovere il sì al referendum costituzionale del 16 aprile. Una riunione, a carattere privato, si è comunque tenuta, ma nel canton Zurigo, a Opfikon.

Una gigantografia del presidente Erdogan vicino al consolato olandese a Istanbul. Keystone

Anche il ministro degli esteri Mevlut Cavusoglu sta portando avanti la campagna con i connazionali all’estero e pure in questo caso non mancano le polemiche: le autorità olandesi non hanno autorizzato la visita del membro del governo di Ankara, che aveva in programma un convegno a Rotterdam. La cosa non è piaciuta allo stesso Cavusolu, che ha minacciato sanzioni politiche ed economiche.

La reazione al divieto pronuciato dall’Aja ha scatenato ancora una volta la furia del presidente turco Erdogan che ha bollato anche gli olandesi (un po’ come già aveva fatto pochi giorni fa con i tedeschi) come “fascisti” e parlato di “residui del nazismo”. 

Il programma del ministro degli esteri turco prevedeva una tappa anche in Svizzera, domani, che è però stata rinviata. Qualche giorno fa, l’albergo che avrebbe dovuto ospitarlo ha deciso di annullare l’evento.

E della situazione in Turchia si è parlato anche al festival internazionale dei diritti umani che si sta svolgendo a Ginevra. Ieri sera è stato presentato il documentario “Turchia : l’inquietante trasfromazione di Erdogan” di Guillaume Perrier e Gilles Cayatte.

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