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La sofferenza dei laghi

Uno scorcio del lago di Neuchâtel.
Anche se i laghi rappresentano solo il 3% della superficie terrestre, contengono un'enorme concentrazione di biodiversità.

Con il riscaldamento globale, i laghi sono sempre meno ossigenati. Il calo è in questi casi da tre a nove volte maggiore che nei mari, secondo uno studio internazionale con partecipazione svizzera pubblicato sulla rivista Nature (disponibile, in inglese, a questo linkCollegamento esterno).

Il gruppo guidato da Kevin Rose, del Rensselaer Polytechnic Institute (USA), ha analizzato i dati di temperatura e concentrazione di ossigeno per 393 laghi di media latitudine in Europa e negli Stati Uniti tra il 1941 e il 2017. Dal 1980 nei laghi di queste zone temperate è stato rilevato un calo del 5,5% dei livelli di ossigeno in superficie e del 18,6% nelle acque profonde. In Svizzera si è tenuto conto dei dati relativi ai laghi di Zurigo, Benne, Neuchâtel e Walenstadt.

Pesci e insetti a rischio

I ricercatori attribuiscono questo fenomeno all’innalzamento delle temperature. Dopo il mescolamento invernale, che fa sì che le acque superficiali ricche di ossigeno scendano verso il fondo e quelle ricche di nutrienti salgano, in estate si verifica una stratificazione termica, con uno strato superiore caldo.

Questa stratificazione avviene sempre più verso l’inizio dell’anno, con i microorganismi che hanno più tempo per consumare l’ossigeno disponibile, spiega Martin Schmid, coautore dello studio presso l’Istituto federale per l’approvvigionamento, la depurazione e la protezione delle acque (Eawag). Questo è problematico, perché si possono formare zone senza ossigeno dove gli organismi viventi non possono sopravvivere. È il caso ad esempio al livello dei sedimenti, dove sono a rischio le uova dei pesci e le larve degli insetti, afferma Schmid.

“Sentinelle del cambiamento ambientale”

In particolare, in un vasto sottogruppo di laghi inquinati da nutrienti, i livelli di ossigeno superficiale sono aumentati quando le temperature dell’acqua superavano la soglia che favoriva i cianobatteri, che possono creare tossine quando fioriscono sotto forma di alghe dannose. “Tutto il complesso della vita dipende dall’ossigeno. Quando si inizia a perderlo, si ha una perdita potenziale di specie. I laghi stanno perdendo ossigeno 2,75-9,3 volte più in fretta degli oceani. Un calo che può avere un impatto sull’ecosistema”, scrive da parte sua Kevin Rose.

Più batteri che producono gas serra

Anche se i laghi rappresentano solo il 3% della superficie terrestre, contengono un’enorme concentrazione di biodiversità. “I laghi sono delle sentinelle del cambiamento ambientale e di potenziali minacce, perché rispondono ai segnali atmosferici e dell’ambiente circostante.

Se questa loro maggiore biodiversità sta cambiando così rapidamente, vuol dire che i cambiamenti atmosferici hanno già influito sugli ecosistemi”, aggiunge Stephen F. Jane, co-cordinatore dello studio. Le concentrazioni di ossigeno sono importanti anche per la qualità dell’acqua: quando calano, aumentano i batteri capaci di vivere senza ossigeno e che producono gas serra. I laghi quindi starebbero rilasciando una maggiore quantità di metano nell’atmosfera.


Tvsvizzera.it/Ma.Mi./ats

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