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Russiagate, Trump indagato per ostruzione alla giustizia

Donald Trump è indagato dal procuratore speciale Robert Mueller, cui è affidata l’inchiesta sulle presunte interferenze della Russia nelle ultime elezioni presidenziali, per sospetta ostruzione della giustizia.

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Secondo il Washington Post, che cita dirigenti coperti dall’anonimato, il magistrato “interrogherà alti dirigenti dell’intelligence nell’ambito di una più ampia indagine che ora include approfondimenti riguardanti l’ipotesi secondo la quale il presidente abbia tentato di ostacolare la giustizia”.

 In proposito il quotidiano della capitale USA precisa che il capo della National intelligence Daniel Coats, il direttore della Nsa Mike Rogers e il suo ex vice Richard Ledgett hanno concordato di essere sentiti già nei prossimi giorni da Mueller.

 Il coinvolgimento di Donald Trump è dovuto alla recente deposizione in Senato dell’ex direttore dell’FBI James Comey, licenziato a sorpresa dalla Casa Bianca, che ha accusato il presidente di avergli fatto pressioni per archiviare l’indagine sul suo ex consigliere per la Sicurezza nazionale Michael Flynn.

 Immediata la reazione di Marc Kasowitz, l’avvocato privato che difende il presidente nel Russiagate, secondo il quale “la fuga di notizie dell’Fbi riguardanti il presidente è scandalosa, ingiustificabile e illegale”.

 Da parte sua Donald Trump, che proprio ieri aveva festeggiato il 71esimo compleanno, ha contestato la versione fornita ai senatori da James Comey – definito un bugiardo, oltre che una ‘gola profonda’ – e si è detto pronto a testimoniare sotto giuramento.

 Secondo alcuni media il presidente avrebbe telefonato a Coats e a Rogers chiedendo di negare pubblicamente l’esistenza di qualsiasi prova di collusione tra la sua campagna elettorale e i russi e che Coats avrebbe riferito ad alcuni suoi collaboratori che gli era stato chiesto di intervenire su Comey per lasciare la presa su Flynn. Nella loro audizione pubblica al Senato entrambi i capi dell’intelligence hanno negato di aver subito pressioni da Trump ma nel contempo hanno anche precisato di non voler svelare il contenuto delle loro conversazioni col presidente.

 Nel 1974 l’allora presidente Richard Nixon, accusato anch’egli per presunta ostruzione alla giustizia nell’ambito dello scandalo Watergate, si dimise per evitare l’impeachment e finire sotto processo.   

 

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