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L’orfanatrofio degli orrori

Il governo di Appenzello Interno ha presentato lunedì le scuse a tutte quelle persone che furono internate nell’istituto Steig, subendo vessazioni e punizioni corporale alle suore che lo dirigevano.

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La ricerca redatta dagli storici sulla casa Steig – che ha preso in esame il periodo 1945/1984, anno in cui l’istituto fu chiuso – ci “ha lasciato senza parole”, ha dichiarato il consigliere di Stato di Appenzello Interno Daniel Fässler, presentando lunedì ai media il documento.

“La priora aveva atteggiamenti sadici. Le punizioni erano dure. Non ci davano da mangiare, ci picchiavano, ci facevano uscire d’inverno a piedi nudi”, ricorda ai microfoni della RSI Georg Goldener, che arrivò nell’orfanatrofio nel 1948.

Centinaia di ragazzini della regione hanno trascorso la loro infanzia nello Steig. L’istituto non accoglieva solo orfani, ma anche adulti in difficoltà, nonché figli di coppie separate o celibi.

La ricerca non chiama in causa però solo le suore. Erano poche – da 4 a 6 – e dovevano occuparsi contemporaneamente di una settantina di ospiti. Ad aver fallito “moralmente” sono stati anche i governi dell’epoca.

200’000 franchi nel fondo di solidarietà

In Svizzera, prima del 1981, decine di migliaia di persone sono state internate sulla base di un provvedimento amministrativo, senza la decisione di un Tribunale. Molte donne sono state costrette a sottoporsi a una sterilizzazione o ad abortire, migliaia di bambini sono stati dati in adozione contro la volontà delle loro madri o collocati in istituti e costretti a lavorare senza remunerazione.

Per lenire il dolore e il sentimento di ingiustizia di queste persone, ormai adulte, le Camere federali hanno deciso l’istituzione di un fondo di solidarietà destinato alle vittime di 300 milioni di franchi e il finanziamento di un programma di ricerca nazionale su questa vicenda dotato di 10 milioni. Ed è proprio in questo fondo che il governo di Appenzello Interno ha deciso di versare 200’000 franchi. 

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