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Divieto grandi manifestazioni, “uno schiaffo” per i club bernesi

tribune vuote di uno stadio
Per la partita di Europa League in programma giovedì, che vedrà opposto lo Young Boys alla Roma, le tribune dello Stade de Suisse si presenteranno più o meno così: desolatamente vuote. Keystone / Anthony Anex

Le autorità del canton Berna hanno reintrodotto un limite di 1'000 persone per le grandi manifestazioni. I club di calcio e di hockey non sono per nulla contenti.

Meno di venti giorni: tanto è durata nel canton Berna la possibilità di organizzare grandi eventi con più di 1’000 persone. Di fronte all’aumento esponenziale dei contagi, le autorità cantonali hanno fatto marcia indietro, ritornando alla prassi in vigore sino a fine settembre.

La decisione ha inferto un duro colpo ai club di calcio e di hockey bernesi, in particolare Young Boys (calcio), Berna, Bienne e Langnau (hockey su ghiaccio).

D’ora innanzi, queste società non potranno così più riempire i loro stadi nella misura dei due terzi, come era stato autorizzato dal primo ottobre sulla base di precisi piani di protezione.

Il provvedimento non è per nulla piaciuto ai club e il direttore della Lega di hockey Denis Vaucher ha parlato di uno “schiaffo”. Il timore è che vi sia ora un effetto domino, con altri cantoni che potrebbero seguire la stessa strada. “Sarebbe fatale”, ha sottolineato Vaucher.

In un comunicato, il club di hockey della capitale (SCB) rileva che il cantone “è relativamente risparmiato dai casi di covid” rispetto al resto del paese e che la decisione non poggia su ragioni sufficientemente chiare.

La società ricorda inoltre di avere investito oltre mezzo milione di franchi per il piano di sicurezza. La capacità della pista – una delle più grandi d’Europa – è stata ridotta da 17’000 a 6’750 spettatori. “Per quanto ne sappiamo, non vi sono casi conosciuti di coronavirus legati alle partite dell’SCB”.

Da parte sua, il campione svizzero di calcio, lo Young Boys, si dice molto sorpreso dalla decisione, intervenuta a pochi giorni dalla partita casalinga di Europa League contro la Roma.

Una minaccia esistenziale

Anche Swiss Olympic, l’organizzazione ombrello dello sport svizzero, ha espresso stupore per la scelta delle autorità bernesi, soprattutto dopo l’annuncio di domenica del Governo federale sulle nuove misure per contrastare la propagazione della pandemia e che non prevedono appunto di limitare i grandi eventi. L’associazione ritiene che i rappresentanti dei club e gli organizzatori abbiano elaborato concetti di protezione molto dettagliati e valutati in modo positivo dalle istituzioni. Lo sport – sottolinea Swiss Olympic – non è il fattore che ha portato all’evoluzione negativa che si constata in questi giorni.

Per i club di hockey e di calcio, se dovesse protrarsi troppo a lungo, il divieto di giocare partite con più di 1’000 spettatori rappresenta una minaccia esistenziale. Contrariamente a quanto accade in altre leghe europee, in Svizzera i club dipendono prima di tutto dalle entrate allo stadio e non dai diritti televisivi. A titolo di paragone, in Italia per il periodo 2018-2021 Sky ha sborsato poco meno di un miliardo di euro per aggiudicarsi quelli del campionato di calcio. In Svizzera, Teleclub paga invece circa 40 milioni a stagione.

Il punto sulle nuove misure decise domenica dal Governo federale e il problema legato alle grandi manifestazioni:

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tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 19.10.2020)

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