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Un terzo di passeggeri in meno nel 2020 per le Ferrovie federali

stazione vuota
La stazione di Zurigo durante il primo confinamento nel marzo 2020. Keystone / Ennio Leanza

Il coronavirus ha messo a dura prova le Ferrovie federali svizzere (FFS), che hanno subito una perdita di 617 milioni di franchi.

Dopo un decennio contraddistinto da utili compresi tra 200 e quasi 600 milioni di franchi, il 2020 è stato come ci si poteva attendere un ‘annus horribilis’ per le FFS.

La perdita di 617 milioni registrata l’anno scorso è la “più grave dallo scorporo delle FFS dalla Confederazione [alla fine degli anni ’90, ndr] in una società anonima di diritto speciale”, scrive lunedì l’azienda.

A pesare sui conti della società sono state naturalmente le restrizioni imposte dalle autorità per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Il traffico passeggeri ha così subito un drastico calo: in media sono stati trasportati ogni giorno 843’000 passeggeri, oltre un terzo in meno rispetto al 2019 (1,32 milioni). Il numero di viaggiatori-chilometri è diminuito del 43,7% nel traffico a lunga percorrenza, del 32,4% nel traffico regionale e di addirittura del 51,2% in quello internazionale.

Il numero di biglietti venduti è crollato, passando da 123 milioni nel 2019 a 89 milioni, pari a una diminuzione di oltre il 27%.

Il traffico merci ha risentito un po’ meno della crisi: in questo comparto le perdite sono state di 26,4 milioni.

La flessione del numero di passeggeri ha avuto un pesante influsso – e non poteva essere altrimenti – anche sui fatturati di terzi nelle stazioni, ridottisi del 26,8%.

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Misure di risparmio

Dalla primavera 2020, l’azienda ha avviato misure di risparmio, quali il blocco delle assunzioni in amministrazione, la definizione dei progetti prioritari e il rinvio degli investimenti. “Queste misure – scrive l’azienda – hanno permesso di risparmiare centinaia di milioni di franchi, senza tuttavia compromettere l’operatività dell’esercizio ferroviario e la sicurezza”.

Le liquidità – precisano le FFS – sono garantite dall’intervento della Confederazione. Inoltre, la Confederazione e Parlamento hanno approvato interventi di sostegno a favore dei trasporti pubblici.

Malgrado, la situazione finanziaria “critica”, le FFS sottolineano la volontà di “mantenere stabili i prezzi”, al fine di “garantire così l’attrattiva dei trasporti pubblici”.

Non sulle spalle del personale

Il sindacato Transfair deplora dal canto suo che a fare le spese della situazione sia il personale. “È inaccettabile che a causa dell’indebitamento crescente le FFS non siano in grado di attuare importanti misure per lo sviluppo del personale e degli affari”, ha dichiarato Bruno Zeller, responsabile del settore Trasporti pubblici presso il sindacato.

La Confederazione, in qualità di proprietaria, deve sostenere generosamente il buon sviluppo aziendale e del personale delle FFS.

A livello politico Transfair continua inoltre a rivendicare il diritto all’indennità per lavoro ridotto per tutte le aziende di trasporto pubblico, tra cui le FFS. Le indennità per lavoro ridotto avrebbero senza dubbio apportato un gradito contributo alle liquidità dell’azienda, viene aggiunto.

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tvsvizzera.it/mar con RSI (TG del 15.3.2021)

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