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Uno svizzero su quattro non si farà vaccinare

Il centro di vaccinazione di Beaulieu a Losanna.
Un elvetico su quattro teme che il vaccino causi conflitti nella cerchia privata. Keystone / Laurent Gillieron

Quella del coronavirus non è solo una crisi sanitaria e finanziaria, ma anche sociale. A ribadirlo - con dati alla mano - è l'ottavo sondaggio dell'Istituto Sotomo, effettuato per conto della SSR.

Tra gli oltre 23’000 interpellati, a farsi largo, è infatti la paura dell’insorgimento di conflitti nella sfera privata. Un fenomeno dovuto anche alle accese discussioni sull’opportunità o meno di farsi vaccinare. In tal senso, si registra un brusco rallentamento di chi si dice ancora disponibile all’immunizzazione. 

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Dopo che il 60% della popolazione svizzera ha già ricevuto almeno una dose, ora, a dirsi “subito” pronto alla vaccinazione è solo il 3%. Il 12% vuole ancora aspettare. Il 25% si rifiuta. Un cittadino su quattro, quindi, non intende farsi vaccinare. Dall’analisi di chi si dice scettico o contrario, balzano all’occhio diverse spaccature. 

L’identikit dei scettici del vaccino

C’è un fossato tra città e campagna: molti scettici, infatti, abitano in periferia. Ma ce ne è anche uno legato al reddito: molti non vaccinati guadagnano poco. E poi c’è una spaccatura ideologica: una maggioranza della base UDC non vuole farsi vaccinare. 

L’obbligo alla vaccinazione non è infatti visto di buon occhio. Nemmeno se circoscritto al “personale sanitario”. A dirsi favorevole o piuttosto favorevole è il 46%. Il 50% è contrario o piuttosto contrario. E anche l’idea di scaricare una parte dei costi sanitari (in caso di malattia) su chi non ha voluto vaccinarsi, è condivisa solo dal 36%. Il 59% è contrario. 

In tal senso, un po’ di comprensione per chi la pensa diversamente, c’è ancora, ma la grande solidarietà (vista a inizio pandemia) è svanita e chi non intende immunizzarsi è tendenzialmente visto oggi come egoista. 

Oltre alle crisi sanitaria e finanziaria, c’è anche quella sociale

Un egoismo che sta creando un’altra crisi: quella sociale. Se la paura di ammalarsi, negli ultimi 16 mesi, è calata e quella di subire perdite finanziarie si è ridotta, non vale lo stesso per le discussioni in famiglia o tra amici. Uno svizzero su 4 teme infatti dei conflitti nella cerchia privata. 

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