Via libera del Parlamento per l’acquisto degli F-35
Il Parlamento ha approvato con 128 voti favorevoli e 67 contrari l'acquisto degli aerei da combattimento statunitensi F-35 da parte dell'Esercito elvetico per una somma di 6,03 miliardi di franchi.
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tvsvizzera.it/mrj
Non dovrebbero più esserci ostacoli per l’acquisto di 36 nuovi jet da combattimento F-35. Dopo il Consiglio degli Stati, giovedì anche la Camera bassa ha dato il via libera alla firma del contratto con gli Stati Uniti. In aula non sono però mancate le voci critiche della sinistra, che reputa finanziariamente troppo rischiosa e anche poco democratica questa scelta.
Con 128 voti favorevoli contro 67 contrari il Consiglio nazionale ha approvato (ormai in via definitiva) l’acquisto di 36 aerei da combattimento F-35, per un costo totale di 6,03 miliardi di franchi. A spuntarla, com’era da prevedersi, è stato il centro destra, che ha sottolineato la necessità di procedere in modo spedito alla firma del contratto.
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C’è chi giubila e chi si preoccupa
“Se non lo facciamo dobbiamo rinegoziare il tutto”, ha dichiarato ai microfoni della Radiotelevisione svizzera italiana il consigliere nazionale sciaffusano Thomas Hurter (UDC, destra populista). “L’acquisto diventerebbe più costoso, ma soprattutto la nostra aviazione militare non potrebbe più essere rinnovata in tempo utile. Ciò significherebbe la fine del nostro esercito”.
La sinistra, dal canto suo, parla di un “volo alla cieca”, poiché la Confederazione rischia di dover pagare, sul lungo termine, costi di esercizio esorbitanti: “Se si avvererà anche solo una parte delle conseguenze finanziarie che temiamo, a patire non sarà solo l’esercito, ma l’intero bilancio della Confederazione” ha detto la consigliera nazionale solettese socialista Franziska Roth.
Preoccupazioni infondate secondo il liberal-radicale ticinese Rocco Cattaneo, che ha sottolineato come questo acquisto sia “il risultato di approfondite valutazioni e analisi, sia dal punto di vista finanziario che da quello tecnico. Non per nulla l’F-35 è quello più richiesto dalle nazioni europee. Si stima che entro il 2030 ve ne saranno in esercizio oltre 500”.
Per la verde Marionna Schlatter l’odierna decisione non solo calpesta i diritti democratici, visto che non attende il risultato dell’iniziativa “Stop agli F-35” (depositata lo scorso agosto), ma non prende nemmeno in considerazione le critiche recentemente espresse dalla Commissione della gestione del Consiglio nazionale: “II Consiglio federale è stato ingenuo a non considerare, sin dall’inizio, gli interessi di politica estera. E questo in un momento dove i rapporti con i partner europei sono critici. Ecco perché la popolazione dovrebbe poter decidere anche sul tipo di aereo da acquistare. Parlamento e Consiglio federale calpestano i nostri diritti democratici”.
Accuse rimandate al mittente dalla consigliera federale alla guida del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) Viola Amherd, che probabilmente non attenderà più per sottoscrivere il contratto con gli Stati Uniti.
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