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Volano le esportazioni svizzere, soprattutto di orologi e farmaci

Merci trasportate sul Reno.
Esportazioni record nel terzo trimestre. © Keystone / Gaetan Bally

Negli ultimi tre mesi le vendite all’estero hanno raggiunto la cifra record di 67 miliardi di franchi.

Nonostante il difficile momento, caratterizzato da una forte inflazione e rischi di recessione mondiale, volano le esportazioni svizzere.

Il commercio estero ha infatti registrato nel terzo trimestre un nuovo record: il volume del commercio estero è stato di 67 miliardi di franchi, facendo così segnare un aumento dell’1,7% in termini nominali (+0,7% al netto dell’inflazione), grazie soprattutto ai mercati asiatici in cui i prodotti Made in Switzerland sono particolarmente apprezzati.

Bene l’orologeria e il ramo chimico-farmaceutico

Vanno bene i settori tradizionali dell’export elvetico, in particolare quello orologiero (+4,9% a 6,4 miliardi di franchi) e quello chimico-farmaceutico (+1,3% a 33,9 miliardi), grazie soprattutto ai prodotti immunologici piuttosto ricercati in periodo di pandemia. Segnano il passo invece le vendite di macchinari e elettronica (-3,0% a 8,2 miliardi) e di metalli (-2,9% a 4 miliardi) mentre sono progredite quelle degli strumenti di precisione (+0,5% a 4,5 miliardi).

Oltre all’aria asiatica, verso cui l’export delle aziende elvetiche è aumentato del 10,3% (+1,4 miliardi di franchi), grazie soprattutto a Cina (+19,3%) e Giappone (+15,5%), sono buone le performance sul mercato nordamericano: +3,2% (USA: +5,1%). Meno bene invece le piazze europee che vedono un regresso del commercio elvetico del 4,4%, a 1,7 miliardi, dove non brillano in particolare Spagna, Germania e Slovenia.

Importazioni in calo in termini reali

In chiaroscuro invece le importazioni che registrano un incremento (+0,8% a 58,92 miliardi) con un’impennata degli acquisti di veicoli prodotti all’estero (+17,2% a 5,0 miliardi), il livello più alto degli ultimi due anni. Un risultato che va però corretto alla luce degli effetti inflazionistici: in termini reali si evidenzia infatti un calo dello 0,5% dei prodotti fabbricati oltre confine.

In questa fase è aumentato anche l’import di prodotti energetici (+13,0% a 1,9 miliardi) e di prodotti chimici e farmaceutici (+2,1% a 16,5 miliardi), così come di macchine ed elettronica (+2,4% a 9,3 miliardi). Al contrario, la gioielleria (-21,8% a 1,9 miliardi) e i metalli (-3,9% a 4,7 miliardi) hanno subito un calo.

A livello geografico, le importazioni dal Nord America (+4,1%) e dall’Europa (+2,1%) hanno fatto segnare una crescita, confermando la tendenza al rialzo dei trimestri precedenti. L’Asia ha invece subito un calo dell’1,8%.

Globalmente il saldo della bilancia commerciale indica un’eccedenza di 8,03 miliardi, vale a dire 400 milioni in più rispetto al trimestre precedente.



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