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Le tasse dei frontalieri fanno litigare a Neuchâtel

Le imposte dei frontalieri, uno dei tre temi cantonali in votazione a Neuchâtel nel prossimo fine settimana, sta facendo litigare Cantone e Comuni, mettendo in conflitto tra loro persino gli stessi comuni.

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Oggetto della discordia non è la concorrenza dei dipendenti stranieri sul mercato del lavoro neocastellano ma la ripartizione delle entrate fiscali garantite dai lavoratori residenti in Francia che svolgono un’attività regolare nella Confederazione.

I maggiori beneficiari, con una quota del 75% delle tasse versate dai frontalieri, sono i comuni ma la riforma fiscale approvata nel 2013 dalle autorità locali mira ad armonizzare il gettito proveniente da persone fisiche, società, patrimoni e frontalieri in proporzioni stabilite (40% a favore dei Comuni e 60% in favore del Cantone).

Il parlamento neocastellano ha però voluto venire incontro ai comuni industriali (in cui si concentrano i frontalieri francesi) ubicati alle quote più alte del cantone che hanno pagato la sfavorevole evoluzione congiunturale di questi anni e ha deciso di prorogare l’entrata in vigore della riforma.

Suscitando però l’ira degli altri comuni favorevoli all’armonizzazione delle entrate fiscali. Comunque, qualunque sia l’esito delle urne di domenica, la riforma prima o poi è destinata ad entrare in vigore.      

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