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Casellario, si va verso uno scambio d’informazioni tra Svizzera e Italia 

martello da giudice
L'accesso al casellario delle persone può aiutare a contrastare il crimine "d'importazione". KEYSTONE/KEYSTONE / TI-PRESS / ALESSANDRO CRINARI

l Governo federale si dice aperto a studiare la fattibilità di un accordo bilaterale con l'Italia per uno scambio di dati riguardanti i provvedimenti giuridici emessi dalle autorità dei due Paesi. Un'intesa che potrebbe anche permettere di contrastare la presenza della mafia italiana in Svizzera.

Il Consiglio federale esaminerà la possibilità di concludere un accordo bilaterale con l’Italia per facilitare lo scambio di dati del casellario giudizialeCollegamento esterno. Giovedì il Consiglio nazionale (la Camera bassa del Parlamento) ha tacitamente accettato un postulato in tal senso.  

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Circa un mese fa il Governo si era detto disposto a studiare un accordo per uno scambio di dati.  

Con l’entrata in vigore della nuova legge sul casellario giudiziale informatizzato VOSTRA (vedi sotto), il collegamento della Svizzera al programma ECRIS (vedi sotto) dell’UE è ora tecnicamente possibile. ECRIS consentirebbe di ottenere informazioni nei procedimenti penali. Tuttavia, l’adesione rimane ipotetica in questa fase. 

Si tratta del casellario giudiziale informatizzato che, secondo a un comunicatoCollegamento esterno del Consiglio federale del 23 gennaio 2023, “consente di registrare e gestire i dati penali in modo più sicuro, rapido e intuitivo. Inoltre, fornisce un importante contributo alla digitalizzazione della giustizia penale in quanto offre ai tribunali, ai pubblici ministeri e alle autorità di esecuzione la possibilità di trasferire i dati dai propri sistemi a VOSTRA con un semplice clic, senza doverli più inserire manualmente”. Il nuovo sistema rappresenta quindi un ulteriore passo verso la digitalizzazione dell’amministrazione: per la richiesta di un estratto attualmente si compila un formulario online che poi dev’essere spedito in versione cartacea agli uffici preposti. In futuro, chi aderirà al sistema dell’identità digitale, potrà effettuare l’intera operazione online.   

ECRIS è l’acronimo di European Criminal Records Information Services, ossia “Servizio informativo del casellario giudiziale europeo”. Al programma aderiscono 25 Paesi membri dell’UECollegamento esterno. Il casellario può essere richiesto sia dall’interessato (se per esempio è richiesto per la candidatura a un posto di lavoro, la richiesta di un credito o qualsiasi altro motivo), che da un’organizzazione o una compagnia che ha necessità di verificare gli eventuali precedenti penali di una persona, se questi sono registrati in uno o più Stati aderenti a ECRIS.   

Dopo questo ulteriore passo avanti, la Camera del popolo chiede quindi all’Esecutivo di muoversi più rapidamente e di studiare un accordo bilaterale con l’Italia per facilitare lo scambio di dati. 

Altri sviluppi

Un tale avvicinamento è fondamentale vista l’importanza per la Svizzera di contrastare efficacemente la presenza della mafia italiana sul suo territorio e i rischi di riciclaggio e di infiltrazione societaria che essa comporta. 

Soddisfazione in Parlamento

La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N), che ha portato avanti la richiesta, si è detta soddisfatta di questa decisione del Governo, pur essendo cosciente del fatto che “ci vorranno ancora molti anni perché l’adesione del nostro Paese a ECRIS esca da questa fase ipotetica e i colloqui possano essere portati a termine”, si legge sul sito del ParlamentoCollegamento esterno.  

“La Commissione ha inoltre preso atto che anche aderendo a ECRIS (…), alla Svizzera sarebbe preclusa la consultazione sistematica delle iscrizioni nel casellario giudiziale come richiesta nelle iniziative del Cantone Ticino [vedi sotto, ndr]. Infatti, una consultazione sistematica violerebbe l’Accordo sulla libera circolazione delle persone”. 

Le richieste del Ticino 

Nel 2015 il Ticino aveva depositato in Parlamento un’iniziativa che chiede di poter controllare sistematicamente e “senza bisogno di fornire alcuna particolare motivazione” la fedina penale dei cittadini e delle cittadine dell’Unione europea che chiedono il rilascio di un permesso di dimora. Per alcuni mesi (da aprile a novembre) è stato richiesto sistematicamente l’estratto completo. Una decisione poi revocata anche per facilitare il raggiungimento di un accordo fiscale bilaterale sui frontalieri. Ancora prima, nel 2008, l’allora deputato della Lega dei ticinesi Lorenzo Quadri aveva chiesto al Governo cantonaleCollegamento esterno di approvare una risoluzione simile: “Il Gran Consiglio [Parlamento cantonale, ndr] (…) chiede all’Assemblea federale di volersi attivare affinché l’accordo bilaterale sulla libera circolazione delle persone con l’UE venga urgentemente rivisto, reintroducendo la facoltà di chiedere sistematicamente la presentazione della fedina penale a tutti i richiedenti di qualsiasi tipo di permesso di dimora”. 

Insomma, quello che conta, per la CIP-N, in questo momento, è che ci sia disponibilità a “esaminare l’interesse e l’opportunità ma anche la fattibilità di un accordo bilaterale con l’Italia per lo scambio di dati del casellario giudiziale”.  

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