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Frontalieri, il volto dei ristorni

Il valico doganale di Lavena Ponte Tresa
Keystone / Karl Mathis

I tanto discussi ristorni dei frontalieri, "vitali" oltre frontiera e da tempo oggetto di richiesta di revisione da parte ticinese, devono la loro nascita alla perseveranza di Antonio Sanna, sindaco a Lavena Ponte TresaCollegamento esterno per 27 anni, a partire dal 1971.

Comunque la si pensi, quell’accordo avvicinò Roma e Berna con fitte riunioni in un’epoca dove raggiungere le due capitali era davvero un viaggio, non solo “fisico”. I problemi sul tavolo erano molti: numero dei frontalieri, numero di comuni da coinvolgere, tasse da far pagare.

Per l’ex sindaco che vive a Lavena dagli anni ’30, arrivare a quel patto fu una conquista di tutto il territorio che coinvolse ministri e consiglieri federali, oltre che il Consiglio di Stato di allora.

Ma gli anni passano, ed anche per Sanna il testo del 1974 potrebbe essere modificato in parte mentre nutre qualche dubbio su quello parafato dai due Stati lo scorso 23 dicembre 2020.

L’ex sindaco, infine, mostra con orgoglio i libri stampati che contengono tutte le opere realizzate con i soldi arrivati dalla Svizzera, dice, “puntuali come i loro orologi”.

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