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Chiusi nove valichi di frontiera italo-svizzeri

Primo piano a mezzo busto di una guardia di confine svizzera che controlla il documento di un automobilista
Secondo quanto appurato dalla Radio svizzera RSI, a essere rafforzati mercoledì sono stati in realtà i controlli sul versante italiano. Keystone / Davide Agosta

L'Amministrazione federale delle dogane AFD ha annunciato mercoledì che 9 valichi doganali minori tra Italia e Svizzera sono sbarrati da subito, per incanalare il traffico di frontiera verso quelli principali. Di primo mattino, i lavoratori frontalieri diretti in Svizzera -gli unici autorizzati ad attraversare il confine dai decreti anti-coronavirus del Governo di Roma- avevano già affrontato attese più lunghe del solito, per i maggiori controlli sul versante italiano. Le guardie di confine elvetiche li avevano a loro volta intensificati martedì.
 

In conferenza stampa, il direttore dell’AFD Christian Bock ha precisato che al momento non è però possibile vietare l’entrata in Svizzera a cittadini italiani che si presentano alla frontiera. Si può solo raccomandare loro, se è il caso, di tornare indietro. Per respingerli serve un ordine del Consiglio federale (governo).
 

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Traffico lento

Code chilometriche si sono estese fin dall’alba  di mercoledì a Chiasso-Brogeda e ai valichi minori. In verità, riferisceCollegamento esterno RSI News, già la sera precedente si erano avute le prime avvisaglie di una situazione che è esplosa tra le 5.30 e le 7.30. 

Alle dogane di Comasco, Varesotto e Verbano-Cusio-Ossola, le forze dell’ordine italiane hanno chiesto a ogni frontaliere di esibire l’autocertificazione sulla salute e il permesso di lavoro. Ciò poiché in Italia sono in vigore severe limitazioni agli spostamenti dei cittadini, autorizzati solo per comprovati motivi professionali, di salute o altre effettive necessità.

Passata la frontiera, restano attivi i posti di blocco effettuati nelle retrovie della polizia cantonale ticinese, chiamata da lunedì a supportare le guardie di confine, presidiando nodi stradali dove confluiscono più strade percorse dai pendolari.
 

Rotatoria stradale, con coda su due delle tre strade che vi confluiscono, in aperta campagna vista dall alto
Controllo della polizia cantonale in un punto dove confluiscono i frontalieri di più valichi. Keystone / Davide Agosta

La questione di un maggior controllo di chi entra in Canton Ticino dalla Lombardia e dal Piemonte, con l’eventualità di una chiusura almeno parziale delle frontiere, sarà al centro di un incontro previsto mercoledì pomeriggio a Berna tra i deputati ticinesi alle Camere federali e una delegazione del Consiglio federale (governo).
 

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Intanto Daniel Koch, responsabile della divisione malattie trasmissibili dell’Ufficio federale della sanità pubblica UFSP, è a Bellinzona per incontrare il governo ticinese.
 

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