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Draghi accetta con riserva di formare il nuovo governo

Draghi all arrivo al Quirinale, mentre esce dall automobile.
Mario Draghi all'arrivo al Quirinale. Keystone / Ettore Ferrari / Pool

Mario Draghi ha accettato, con riserva, l'incarico di formare un nuovo governo. Questo dopo un'ora e dieci di colloquio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Ringrazio il presidente della repubblica per la fiducia che mi ha voluto accordare. È un momento difficile”, ha detto Mario Draghi dopo l’incontro con il presidente Mattarella al Quirinale. “Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani, rilanciare il Paese sono le sfide”. Sono fiducioso che dal confronto con i partiti, con i gruppi parlamentari e le forze sociali emerga unità e capacità di dare una risposta responsabile”.

“La consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione e con questa speranza che rispondo all’appello” di Mattarella, ha aggiunto il presidente incaricato del Consiglio dei ministri. Abbiamo a disposizione le risorse straordinarie dell’Ue, abbiamo la possibilità” di operare “con uno sguardo attento alle future generazioni e alla coesione sociale”.

Dopo la notizia dell’incarico a Draghi, la Borsa di Milano segna un +2,6%. Gli analisti finanziari guardano infatti con favore ad un governo guidato da Mario Draghi e ritengono che “possa portare stabilità politica”. Con l’ex presidente della Banca centrale europea alla guida di un nuovo esecutivo gli investitori stranieri parlano di una “grande spinta di fiducia”.

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Governi tecnici del passato

Sono stati tre i governi tecnici nella storia della Repubblica, vale a dire presieduti da personalità estranee ai partiti. 

Il primo fu quello presieduto da Carlo Azeglio Ciampi sul finire dell’XI legislatura, dopo che il precedente governo di Giuliano Amato era stato falcidiato dagli avvisi di garanzia. Il presidente della Repubblica Scalfaro affidò l’incarico al governatore della Banca d’Italia, Ciampi, che giurò il 28 aprile 1993 e si dimise il 13 gennaio 1994, dopo l’approvazione della nuova legge elettorale maggioritaria, il Mattarellum.

Il secondo esecutivo tecnico fu quello guidato da Lamberto Dini, dopo la caduta del Berlusconi I. Anche in questo caso fu Scalfaro a incaricare quello che era stato il ministro del Tesoro del governo Berlusconi, oltre che Direttore generale di Bankitalia. Dini giurò il 17 gennaio 1995 assieme ad una squadra composta esclusivamente da tecnici, tenendo per sé il Tesoro. Dopo un anno, l’11 gennaio 1996 rassegnò le dimissioni. 

Nel 2011, quando la crisi dello spread spinse alle dimissioni il governo Berlusconi IV, il presidente Napolitano incaricò Mario Monti, che era stato nei giorni precedenti nominato senatore a vita. L’ex commissario europeo giurò al Quirinale il 16 novembre 2011, portando con sé una squadra di soli tecnici. Anche in quel caso si parlò di “governo del presidente”. Monti si dimise il 21 dicembre.

Le considerazioni del nostro corrispondente da Roma:

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tvsvizzera.it/fra con ATS


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